Domenica 16 marzo in quel di Novara si è consumata una presa di coscienza rugbistica densa di significati. Il pesante passivo subito dalla Union Riviera Rugby in casa della capolista del girone promozione ha ridimensionato i sogni di gloria dei corsari, però ha posto anche le basi per osservare cosa sia necessario per fare un salto ulteriore di qualità. In fondo si parla di una realtà del Ponente ligure che ha messo insieme due realtà cittadine, di cui Imperia possiede una buona quota di tradizione e numeri e Sanremo è carica di entusiasmo.
Due campi di gioco, di natura assai diversa e molti giovani coinvolti. Però la serie B è altra cosa. Lo ha dimostrato Novara: una struttura semiprofessionistica che non lascia nulla al caso. Quasi non ci crede che abbia subito la retrocessione nella stagione precedente, ma, affermano, hanno compiuto una rivoluzione strutturale e messo le basi per una squadra che non solo punta alla B, ma punta alla categoria superiore allo scopo di rimanerci.
L’età media del gruppo è di 23 anni circa, infatti. Novara ha studiato diligentemente la Union ed era preparata. Anche la Union però aveva studiato i filmati del Novara e aveva preparato le sue mosse. È stato però molto difficile giocare di fronte ad un avversario con un grande peso, una grande capacità di giocate in velocità e una bella organizzazione di gioco.
Per contro la Union ha messo in campo grinta e difesa, ma a questi livelli non bastano. La mischia ha retto, come sostiene il tecnico e giocatore Alessandro Castaldo. Un dato buono. Il placcaggio è stato un fondamentale applicato in modo corretto, però per fermare ogni giocatore avversario era necessario applicare un doppio tackle.
Una cosa un po’ da rugby a 13, ma senza fasi di rispetto. La resistenza iniziale è stata di dieci lunghi minuti. Novara in fondo è stata costretta a variare il piano gioco e questo è già un minimo risultato, perché lo sfondamento con gli uomini pesanti non è riuscito.
Il dogma italiano e padano può non pagare più, ma quando i padroni di casa hanno deciso di aprire il gioco, l’assorbimento sul placcaggio di più uomini ha liberato secondi centri ed ali che sono andati ripetutamente in meta. La palla costantemente giocata dai locali ha compiuto l’opera lasciando i corsari a zero. Le sconfitte insegnano ed urge una riflessione.
Ora Savona è di nuovo assieme alla Union e si apre una sfida a due, almeno. Mancano ancora molte partite ed uno scontro diretto. La Union deve assolutamente allargare la base di giocatori che si allenino con grande continuità. E va detto che l’impegno non manca.
La selezione naturale sul peso è utile, ma non indispensabile. Però le strutture disponibili non sono in linea con le esigenze delle categorie superiori ed è un peccato perché il rugby è ormai da anni voce attiva anche per la ricaduta identitaria e turistica della città.
Il campo principale della Union e dell’Imperia Rugby ha sì una buona club house, frutto di enormi sacrifici e degli spogliatoi appena decenti. Però non solo manca di tribune e comodità per un pubblico sempre più folto che diventa strabocchevole in occasione degli incontri nazionali ed internazionali a livello giovanile. E poi il fondo del campo è assolutamente indegno e non permette di provare in allenamento alcuni fondamentali come i placcaggi o un discreto gioco a terra. Piove e diventa una palude, gioia per i ragazzi che liberano istinti primordiali, ma il gioco non ne risulta fluido. Non piove più e pare una lastra di ardesia.
E il tecnico Castaldo e tutto lo staff meditano sulle soluzione estemporanee da adottare di volta in volta. Alla prossima: Ivrea, Aosta, Pavia, Savona, ancora Novara a chiudere il campionato a maggio a San Remo in un match che si annuncia comunque bello sono ancora lì a dare un senso al campionato.
SERIE C1 PROMOZIONE GIRONE 4 (V GG. ANDATA)
CUS Pavia – Ivrea 20/34
Savona – Stade Valdotain 19/7
Amatori Novara – Union Riviera 62/0
CLASSIFICA: Novara punti 25, Union Riviera e Savona 14, CUS Pavia 8, Stade ed Ivrea 6.