E’ una vicenda alquanto controversa quella consumatasi all’interno del carcere di Imperia e sfociata nel processo che vede sul banco degli imputati un agente della Polizia Penitenziaria, A.S., 47 anni, difeso dall’avvocato Simona Costantini. L’accusa è calunnia.
Nel mirino è finita una presunta aggressione, con spintoni e testate (per la quale è in corso un altro procedimento penale per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale), ai danni dell’agente (che ha presentato formale denuncia) da parte di un detenuto, S.B, 54 anni, che, professatosi innocente, si è costituito parte civile, rappresentato dall’avvocato Oliviero Olivieri.
L’accusa di calunnia è stata formulata dalla Procura della Repubblica di Imperia (Pm Maria Paola Marrali), in quanto nel corso del processo per lesioni e resistenza, il detenuto, in quel caso nelle vesti di imputato, ha raccontato di non aver mai spintonato il 47enne agente di Polizia Penitenziaria, ma che al contrario quest’ultimo avrebbe simulato il tutto, gettandosi a terra volontariamente. Testimonianza suffragata, secondo il detenuto, anche dalle immagini delle telecamere. L’aggressione si sarebbe consumata solo in un secondo momento, a seguito delle provocazioni dell’agente della Polizia Penitenziaria che, al contrario, ha sempre smentito la ricostruzione del detenuto.
Da qui la decisione della Procura della Repubblica di aprire un fascicolo per calunnia, sfociato poi nel processo. Questa mattina si è tenuta una nuova udienza, con l’audizione di un consulente tecnico.