Un camion ha travolto la folla nel centro di Stoccolma. La notizia dell’ennesimo attentato, le cui dinamiche sono ancora da chiarire, ha sconvolto ancora una volta gli animi degli europei. Questa volta ad essere colpita è stata la capitale della Svezia, con un bilancio provvisorio di 5 morti e molti feriti.
Gabriella Piccolo, 54 anni, torinese di origine, ma imperiese di adozione, vive a Stoccolma dal 2013 insieme al suo compagno Avier. Sebbene si tratti di una zona che frequentano spesso, dato che Avier lavora in quella via, per pura causalità nessuno dei due si trovava lì al momento dell’attacco.
ImperiaPost ha contattato Gabriella per avere una testimonianza dell’accaduto.
“Ci troviamo fortunatamente entrambi a casa – racconta – Il mio compagno Avier lavora proprio in quella zona, ma per fortuna in quel momento era qui con me e stiamo bene. Si tratta della strada Drottninggatan, una zona centralissima, pedonale e piena di negozi, quindi molto trafficata, specialmente dal venerdì alla domenica. Anche io ci vado spesso.
Stiamo seguendo ciò che succede attraverso la diretta Tv. A quanto pare hanno appena confermato che si tratta di un attacco terroristico. Ora hanno chiuso tutto il perimetro, ci sono le linee telefoniche intasate ed è difficile comunicare.
Abbiamo telefonato sul posto di lavoro del mio compagno e hanno detto che le forze dell’ordine non lasciano entrare e uscire nessuno dai locali. È tutto bloccato, perchè ci sono stati colpi di armi da fuoco in altri punti del centro. In Tv stanno dicendo che la polizia ha fermato 3 persone.
Abbiamo telefonato a un nostro amico che lavora vicinissimo al punto dell’attentato – continua – e in quel momento si stava recando in ufficio. Gli è passato il camion vicinissimo, ma per fortuna non l’ha preso. La cosa sconvolgente è che ha visto le persone che sono state travolte dal mezzo.
Nonostante tutto, gli svedesi sono persone molto controllate e dalle interviste non mi pare di vedere panico. La polizia è molto efficiente e anche i soccorsi. Dopo l’attentato di Berlino circolavano voci che probabilmente avrebbero colpito anche al nord, come in Danimarca o in Svezia. Non ho visto particolari cambiamenti nei controlli, come per esempio è successo negli aeroporti della Francia. Sono sempre controlli efficienti e attenti, ma niente di esagerato. In città ci sono poliziotti ovunque, a piedi, nella metro, nei pendentålg (treno pendolari) e sui mezzi, ma questo succedeva anche prima dei recenti attentati.
Penso che dopo questo attentato cambieranno e si intensificherano i controlli, ma non solo, ultimamente è diventato difficile poter entrare in Svezia per eventuali trasferimenti e adesso sarà ancor più difficile.
Ormai siamo qui da 4 anni – conclude – e non pensiamo assolutamente di andar via. È un paese molto all’avanguardia, a portata di famiglia, investono nel lavoro, nella sanità, nella ricerca, nell’istruzione”.