È avvenuto questa mattina il blitz della Polizia Municipale di Diano Marina all’Oasi Park, a seguito dell’ordinanza di sgombero delle persone e degli eventuali camper in eccesso presenti nella struttura ricettiva.
Gli agenti hanno eseguito un sopralluogo, visitando i documenti dei camperisti e avvisandoli dell’ordinanza e del fatto che se venissero trovati a dormire e alloggiare all’interno dei camper potrebbero essere sanzionati. Solo alcuni dei camperisti hanno lasciato la struttura, mentre la maggior parte ha deciso di rimanere.
Il proprietario della struttura, Lucio Quaglio, è rimasto amareggiato dal provvedimento, lamentando un accanimento nei suoi confronti e un abuso di potere.
“Gli agenti hanno finito il sopralluogo – spiega Quaglio contattato da ImperiaPost – e non hanno avuto riscontro di un’attività di campeggio e per quanto riguarda le autorizzazioni come autorimessa siamo a posto. Inoltre, non avendo superato il limite di 250 camper, non c’è stato alcuno sgombero. Il disagio però c’è stato. Alcuni camperisti (per fortuna pochissimi) hanno deciso di andar via. Non perché fossero stati obbligati, ma perché sono rimasti sconcertati e imbarazzati. Si tratta di turisti che fanno tanta strada per venire qui a Diano Marina e ricevono questa accoglienza.
La nostra struttura – continua – rappresenta un polo di attrazione turistica per la città. Siamo qui da 25 anni e abbiamo fatto 300 mila presenze. Le persone che vengono spendono poi nei negozi, nei ristoranti, nei supermercati, nelle spiagge. Quando siamo rimasti chiusi, i commercianti hanno subito delle perdite a causa della mancanze dei nostri clienti.
Questa mattina abbiamo inoltrato la DIA per essere area di sosta e il Comune dovrebbe accogliere la domanda. Ora vediamo come risponde, da parte nostra la volontà di metterci a posto è grandissima.
Io vorrei trasformare questo posto in un villaggio turistico, è già autorizzato come licenza edilizia, ma per renderlo possibile è necessario ristrutturare il pontino. Il problema è che non mi lasciano iniziare i lavori perché non mi danno l’autorizzazione per chiudere la strada finché non trovo una via alternativa per il passaggio.
Quello che è successo questa mattina lo vediamo come un abuso di potere e più tardi parlerò con il mio avvocato per vedere quale linea adottare per difendermi. Ora sono andati via, ma hanno detto che torneranno e ritorneranno ancora.
Per noi è un grande danno d’immagine – conclude – un disagio per tutti. Ho costruito tutto questo perché amo il mio lavoro, il cliente è sacro e quindi farò di tutto per difenderlo”.