La decisione del comune di affidare il servizio di accompagnamento dei disabili ai migranti ha scatenato la polemica del movimento L’Alleanza, suscitando amarezza anche nel Dirigente del Settore Servizi Sociali, la Dott.ssa Sonia Grassi, che è stata in seguito oggetto di una aggressione mediatica.
A prendere la parola, ora, è Michela Aloigi, promotrice dell’Associazione “La Giraffa a Rotelle”, sempre attiva nelle questioni legate ai diritti dei disabili. Michela ha pubblicato un post online in cui esprime la sua posizione riguardo alla polemica scoppiata, affermando che il servizio di accompagnamento attualmente è affidato agli anziani detti “Nonni Vigili”, senza alcuna qualifica.
“Conoscendo molto bene questo servizio di trasporto poiché Matteo lo usa dal lunedì al venerdì da anni – scrive Michela – ritengo giusto che i cittadini sappiamo come realmente è stato gestito fino ad oggi questo servizio.
Ogni pomeriggio ( dato che la mattina il servizio è fatto da una persona che sa svolgerlo al meglio) quando Matteo torna a casa e scende da quel pulmino, io tiro un sospiro di sollievo.
Gli accompagnatori – continua – cioè le persone che affiancano l’ autista dell RT con il compito di occuparsi e vigilare i ragazzi ( dalle più svariate disabilità) da qualche anno a questa parte sono anziani, i così detti nonni vigili, persone, il massimo rispetto per loro e per ciò che ” credono” di poter fare, ma che, la loro età e quindi il loro stato fisico e mentale li rende non idonei ed anche pericolosi per l’ incolumità dei ragazzi.
Sono persone in pensione, dai 70 anni in su, con nessuna qualifica. Io stessa, dato che per lungo tempo l’ accompagnatore del pulmino dove si trova mio figlio aveva 87 anni, avete capito bene, 87 anni, non riusciva neanche a chinarsi per mettete in sicurezza ed agganciare le sedie a rotelle, ho chiesto che fosse tolto.
Ora, leggendo questo articolo, il mio primo pensiero è quello: SMETTETELA DI USARE I NOSTRI FIGLI. Fino ad oggi nessuno si è mai preoccupato di come funzionasse questo servizio, pur sapendo chi fossero gli accompagnatori, sapendo che più di una volta mio figlio ha rischiato di cadere dalla pedana per incompetenza, e sapendo delle mie ripetute lamentele.
Pochi sanno che un autista si è perfino preso un pugno in pieno viso da un ragazzo con serie disabilità. Nell’articolo viene chiesto “come sia possibile solo pensare di affidare questi ragazzi a qualcuno che non ha alcuna competenza nel campo medico, sanitario….” sapendo benissimo che già questo sta succedendo da anni con l’ aggravante che essendo anziani non hanno neanche la forza e la prontezza per sopperire a l’ insorgere di problematiche.
“I NOSTRI RAGAZZI” – conclude – come vengono chiamati in questo articolo, definizione che a me non piace per niente, poiché sono i soliti ragazzi che ogni giorno devono affrontare mille barriere mentali e architettoniche, di cui nessuno se ne occupa o ne parla. COMINCIATE A SENTIRLI DAVVERO PARTE INTEGRANTE DI QUESTA CITTÀ.
Avete scelto uno dei modi più tristi e meno idonei per “far finta” di tutelare i ragazzi disabili”.