Violento scontro ieri sera, mercoledì 19 aprile, in consiglio comunale a Imperia tra il capogruppo di Forza Italia Piera Poillucci e il consigliere comunale di Imperia Bene Comune Mauro Servalli. All’origine della bagarre, scoppiata nel corso della mozione presentata proprio da Forza Italia per proporre un encomio per le forze dell’ordine, la manifestazione di protesta organizzata in occasione della visita di Salvini a Imperia nel maggio del 2015.
Piera Poillucci ha accusato Servalli di essere stato presente alla manifestazione e di aver lanciato uova contro il leader della Lega Nord, tenendo comportamenti ai margini della legalità. Accuse rispedite al mittente con forza da Servalli che, però, ci ha tenuto a rivendicare la manifestazione di protesta.
PIERA POILLUCCI
“Io mi ricordo bene quando Salvini è venuto a Imperia che atteggiamento ha tenuto lei. E mi ricordo bene il suo atteggiamento ai margini della legalità, di chi tirava uova, pomodori e carta igienica. E non solo su Salvini, ma anche su coloro che in quel momento stavano lavorando e con Salvini non c’entravano niente. E a fianco a Salvini stavano manifestando i lavoratori dell’Agnesi e lei ha colpito anche loro, quindi se lei e i suoi compagni di merende siete coloro che debbono difendere una qualche forma di legalità e di civiltà, francamente io la lezione da lei non me la faccio dare”.
MAURO SERVALLI
“Io credo che la consigliera Poillucci abbia detto una cosa molto grave, che sia passabile anche di querela, ma a me queste cose non interessano. Lei ha accusato il sottoscritto di aver compiuto gesti che non ha compiuto, perché altrimenti sarei stato indagato insieme ad altre persone. Quindi, consigliera Poillucci, visto che Lei è anche un avvocato e quindi un pochino di diritto dovrebbe masticarlo, stia attenta a quello che afferma, perché se afferma delle bestialità che non stanno né in cielo né in terra, come quelle che ha affermato adesso, perde di credibilità a 360 gradi, fa proprio la figura di una che non se ne capisce niente e non è così nel suo lavoro.
Detto questo, io a quella manifestazione c’ero e me la rivendico tutta, perché contestare e cercare di creare argini nelle strade e nelle piazze al razzismo, è fondamentale perché quello che non è all’interno della Costituzione è il razzismo. Perché l’Italia, quel passaggio lì, l’ha già conosciuto e se invece dell’Aventino, qualcuno avesse optato per altre strade, in alcune parti d’Italia quello si è fatto, i risultati sarebbero stati diversi. Nonostante io rivendichi tutto, anche i compagni che al mio fianco hanno deciso di compiere azioni diverse da quello che ho scelto io, lei non si permetta di accusarmi di aver compiuto reati che non ho compiuto e per i quali, altrimenti, sarei stato indagato, perché è qualcosa di molto grave”.