Dopo poco meno di un anno e mezzo, il Questore Leopoldo Laricchia lascia Imperia per trasferirsi, così come disposto dal Ministero dell’Interno, a Lecce.
In occasione dell’incontro sul fenomeno dell’immigrazione organizzato dalla Prefettura, Laricchia ha rilasciato un’intervista che rappresenta una sorta di bilancio della propria esperienza professionale a Imperia.
“Mi fa molto piacere il fatto che il dipartimento della pubblica sicurezza abbia riconosciuto e apprezzato il lavoro svolto in questi 17 mesi nella provincia di Imperia e sicuramente la sede che mi è stata offerta è un segno tangibile di questo apprezzamento.
Nessuno sente la mancanza di un altro quando si parla di istituzioni. Le istituzioni hanno la loro continuità attraverso gli uomini che rappresentano. I vertici delle istituzioni scelgono gli uomini in base alle loro caratteristiche e in rapporto alle caratteristiche del territorio dove vengono assegnati e quindi sicuramente questo non è un aspetto problematico.
Per quanto mi rigurda, sono contento di affrontare questa nuova avventura in territorio diverso, sicuramente con le sue complessità, diverse da quelle attuali. Da una latitudine opposta, passo dall’estremo ponente all’estremo levante del nostro paese e questa è sicuramente per me uno stimolo a mettere in campo tutta la mia professionalità, a trovare soluzioni innovative e anche adeguate alle situazioni che troverò.
Ho trovato un territorio che negli ultimi tempi, poco prima che arrivassi, ha vissuto uno shock. Lo shock è la pressione fortissima che si stava creando sulla città di Ventimiglia a seguito della chiusura e della sospensione del trattato di Schengen da parte delle autorità francesi e questa situazione ha portato tutta una serie di altri problemi che hanno avuto anche dei risvolti di ordine pubblico.
Posso essere soddisfatto di aver contribuito con il mio lavoro, ma soprattutto con il lavoro della squadra di cui sono stato a capo, parlo dei funzionari, degli uomini e delle donne delle Forze dell’Ordine della provincia, ad evitare che Ventimiglia diventasse la Calais italiana”.