L’associazione Mappamondo è solidale con Gabriele Del Grande e aderisce con convinzione alla campagna #FreeGabriele, per chiederne l’immediata liberazione, perché il suo lavoro rappresenta una battaglia per la verità e riteniamo che la verità vada cercata prima che i drammi si trasformino in storia.
Conosciamo Gabriele Del Grande dal 2009 quando è stato ospite di una delle serate organizzate da Mappamondo dal titolo “IL VIAGGIO DEI MIGRANTI: tre serate per capire da dove vengono coloro che chiamiamo clandestini”. Presentò il suo primo libro “Mamadou va a morire” e il suo blog “Fortress Europe” che raccontano le vittime dell’immigrazione clandestina, l’invasione che non c’è e i nuovi gendarmi di un cimitero chiamato Mediterraneo.
9 anni dopo, quelli che Gabriele racconta sono ancora i “grandi temi” dell’Europa, quell’Europa che per sentirsi unita sta erigendo muri e diventando sempre più “Fortezza”, ma non affronta in modo adeguato il grande dramma che si consuma alle porte del nostro continente: la tratta e la morte di migliaia di migranti in viaggio. Ed è proprio per amore della verità e per il desiderio di dare voce agli ultimi, per testimoniare la storia, per registrare ingiustizie e violazioni dei diritti umani, che Gabriele del Grande si trova in Turchia a lavorare al suo ultimo progetto che riguarda la guerra in Siria, e dove il 10 aprile è stato fermato e portato in carcere in isolamento senza un’accusa precisa.