Creare coesione tra le istituzioni, ma anche le condizioni per incrementare la produzione d’olio made in Italy modulando la nuova PAC olivicola per scongiurare ulteriori abbandoni di questa coltura e ottenere il riconoscimento legislativo per il ruolo nell’essere motori di sviluppo sostenibile. Questi i concetti principali emersi nella conferenza stampa di presentazione delle iniziative del Ventennale di Città dell’Olio a Palazzo Montecitorio a Roma. A parlarne insieme al Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio Enrico Lupi, il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Luca Sani e tre parlamentari – Maria Antezza, Susanna Cenni e Colomba Mongiello – componenti della XIII Commissione Agricoltura.
“L’Associazione Nazionale Città dell’Olio, come altre Città di Identità, ha un ruolo fondamentalenella definizione di strategie di marketing territoriale – ha affermato il Presidente dell’ANCO Enrico Lupi – e per questo motivo si propone come strumento di progettualità e di attrazione di investimenti – in un momento in cui le amministrazioni pubbliche a causa della particolare situazione economica sono costrette a metterle da parte – per realizzare occasioni, eventi e progetti che permettano ad un singolo territorio o più territori di un area omogenea di condividere una strategia comune nella difesa della cultura, della storia, delle origini, del territorio, del paesaggio e dei prodotti olivicoli. Crediamo sia arrivato il momento di prevedere per realtà come la nostra, per le Reti, per le Città di Identità di arrivare ad un riconoscimento legislativo che ci dia ruolo nell’essere motori di uno sviluppo sostenibile che viene dal basso, dai territori e che è condotto dai cittadini. Mi rivolgo ai legislatori affinchè ci venga riconosciuto questo valore. Inoltre è urgente una rapida realizzazione del Piano Olivicolo Nazionale di cui si parla da tempo. E’ necessario mettere insieme tutti gli attori interessati attorno ad un Tavolo quanto prima, con l’obiettivo di consolidare, innovare e quindi migliorare in un’ottica di competitività e nel rispetto della sostenibilità ambientale, economica e paesaggistica, un settore, quello dell’olio d’oliva, fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano“.
Una serie di temi, quelli sollevati da Lupi, che sono stati ampiamente recepiti con un ulteriore invito alla coesione di tutte le parti interessate, dai rappresentanti della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, intervenuti alla conferenza stampa. “L’agroalimentare italiano privato dell’olio extravergine di oliva equivarrebbe a Piazza dei Miracoli senza la torre di Pisa”. Ha iniziato il suo intervento con una battuta, il Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati Luca Sani, per poi proseguire affermando che “le nostre produzioni olivicole, con la grande varietà di cultivar che contraddistinguono gli extravergini italiani, sono un patrimonio che va custodito e promosso con grande attenzione perché qualifica l’offerta nazionale dei nostri prodotti agroalimentari, contribuendo in modo determinante a distribuire reddito nella filiera. In questo senso l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, con i suoi 350 enti associati che promuovono gli extravergini, rappresenta un presidio insostituibile a garanzia della qualità delle produzioni e svolge un’opera meritoria di valorizzazione delle specificità produttive dei vari territori, così come delle qualità organolettiche e nutrizionali di uno degli alimenti base della dieta mediterranea”.
Su questo punto strategico, è intervenuta anche l’on. Colomba Mongiello: “Sottoporremo la questione al nuovo ministro delle Politiche agricole, con l’obiettivo di ottenere che il Governo sia al fianco dei produttori di qualità contro i truffatori e gli agro pirati. Il prezioso lavoro di promozione e divulgazione svolto dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio in questi vent’anni ha reso più agevole il percorso della legge ‘Salva olio’, approvata all’unanimità dal Parlamento nella precedente legislatura, che ha già prodotto ottimi risultati a tutela delle filiere olivicole territoriali fondate sulla qualità e la salubrità del prodotto. Stiamo lavorando per lanciare un messaggio di sicurezza alimentare perché se crediamo nella qualità dobbiamo credere anche nella sua tutela. La legge sul tappo antirabbocco ad esempio, è stata applicata in Italia prima ancora che questa tematica venisse trattata a livello europeo, supportati dal mondo imprenditoriale e dai produttori, a conferma della bontà dell’idea.
La difesa del Made in Italy e di filiere più organizzate e capaci di stare sui mercati dovranno essere un impegno forte anche per il prossimo governo, come ha sottolineato l’on. Susanna Cenni che ha definito il mondo dell’olivicoltura. “Un tesoro straordinario che va ben oltre il settore agroalimentare, una valenza paesaggistica di primo piano, un importante volano di crescita per l’economia italiana. L’olio è una delle rappresentazioni più belle dell’Italia, un Made in Italy che identifica davvero la nostra tradizione e il nostro territorio, per questo la sua tutela, la difesa da forme pesantissime di contraffazione, il sostegno ai produttori, sono stati in questi anni terreno di impegno comune con l’Associazione nazionale Città dell’Olio così come la candidatura del ‘Paesaggio olivicolo mediterraneo’ a patrimonio dell’Unesco, che abbiamo supportato anche con atti parlamentari. Usciremo dalla crisi anche dando nuova centralità ai nostri alimenti di grande qualità ad un paesaggio che resiste di fronte ai mutamenti climatici garantito da corrette pratiche agricole, ad attività economiche ed ambientali capaci di investire sulle nostre peculiarità certamente non delocalizzabili”.
“Parliamo di un comparto ricco di eccellenze, di distintività, di storie e di valori materiali e immateriali legati ai territori, secondo in termini economici soltanto al manifatturiero e capace di attivare il 17% del PIL – ha precisato l’on. Maria Antezza – che può e deve rappresentare uno dei principali fattori competitivi su cui fare leva per essere il volano dello sviluppo economico e locale, che faciliti e favorisca in forma organica e strutturata processi associativi e aggregativi di aziende, produzioni e territori, allo scopo di organizzare al meglio la produzione, avere rapporti più equilibrati nella filiera e più peso e autorevolezza nelle relazioni economiche e sul mercato. E’ auspicabile che questa rete, serva a mettere assieme le aziende, non solo all’interno dello stesso segmento settoriale, ma tra i soggetti dell’intera filiera: agricoltura e turismo, agricoltura e chimica, agro-industria, produzione-commercializzazione e servizi. Nella competizione globale le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto, da difendere con norme che assicurino trasparenza del mercato e correttezza nei confronti dei consumatori”.