E’ un maestro, padrone di casa in Rai (essendo l’ultimo entrato per concorso come tecnico programmatore di musica leggera), solare e artista completo. Renzo Arbore ovunque vada, nonostante gli anni ha attorno una folla di fan giovani e meno giovani pronti a sostenere lui e l’Orchestra Italiana.
“Siamo venuti a laurearci qui a Sanremo, ancora un altro esame. E’ stato un pubblico molto generoso e anche i colleghi si sono profusi in complimenti sono molto fiero e molto contento.
“Jazz e canzoni napoletane sono nel mio dna, sono le canzoni più melodiose nel mondo, da Carreras a Pavarotti e Boccelli e poi io sono presidente di Umbria Jazz quindi fa parte di me. Radio e tv sono una grande passione, la radio mi ha insegnato a superare la timidezza, a parlare con ritmo; la televisione mi ha insegnato a trasferire l’improvvisazione che usavo in radio sullo schermo e credo di fare il jazz della parola”
Visto che questa sera ci sarà l’omaggio al cantautorato il Maestro dice: “Io ho capito da Roberto Murolo che l’espressione nella canzone è fondamentale. L’ho capito anche da Ray Charles o Frank Sinatra, le parole vanno pensate”
“Le canzoni che abbiamo sentito a questo Festival sono una rappresentanza di quello che piace, Sanremo è quasi concorrenziale ai talent. Nella musica bisogna ‘andare un po’ da un’altra parte’ e Elio e le Storie tese lo fanno, per questo considero Elio un po’ il mio erede“