Proprio in questi giorni di trepida attesa del risultato del ballottaggio francese, che vede il faccia a faccia tra il liberalismo internazionalista di Macron e il protezionismo nazionalista dell’Europa continentale della Le Pen, la storica Associazione culturale ” Cumpagnia de l’ Urivu” ospita la presentazione dell’ ultima opera letteraria di Enrico Berio, 95 anni, memoria storica della cooperazione transfrontaliera; fervente europeista, militante e uno dei fondatori del Movimento Federalista Europeo in Provincia di Imperia e non solo, dal titolo “ DI QUA E DI LA’ Racconti de l’Alpazur”.
Da grande storico, tra le tante azioni mirate alla promozione della amata terra, negli anni 70, Berio pubblica il periodico bilingue”Alpazur”, per dar voce a quel lembo di territorio franco-italiano con i tanti problemi di confine, composto dalle tre province di Imperia, Cuneo e Nizza, tiene conferenze, organizza incontri, sollecita le autorità e le Istituzioni pur di sollecitare la giusta attenzione sul tema.
Anche questo ultimo scritto prosegue l’instancabile opera di Enrico Berio,infatti in più di 300 pagine sono compresi una trentina di racconti veri, veridici, fantastici, ambientati nella Riviera dei Fiori e delle Palme nonché nelle Valli Cuneesi e nelle Langhe.
” che siano di nazionalità italiana o francese, tutti si rassomigliano nei lineamenti. Di statura mai superiore alla media, con tendenza semmai, a restare al di sotto, hanno tratti marcati che meglio si caratterizzano nelle righe dei vecchi patriarchi. Solo negli abiti si distinguono leggermente….
ma è sufficiente che si guardino per capirsi e anche se non hanno mai appartenuto ad una sola nazione mai nei loro animi è sorto il dubbio sulla loro comunanza, perché’ le nazioni di appartenenza sono sempre state subite come qualora di innaturale “
Domani quindi, giovedì’ 27 aprile alle ore 16,30, nella sede della Cumpagnia de l’Urivu in Imperia via Zara n.6, la Presidente prof. Cristina Viano presenterà ai soci ed a tutti gli amici dell’autore il libro “ DI QUA E DI LA’ Racconti de l’Alpazur”- a Europa Edizioni di Roma- che verrà esposto a maggio al Salone del Libro di Torino .
Enrico Berio. Nato a Imperia nel 1922, si trasferisce giovanissimo con la famiglia a Cuneo, che considera la sua seconda patria avendovi trascorso tutti gli anni della fanciullezza e della gioventù. Ivi compie il corso degli studi sino al liceo e intraprende le prime esperienze giornalistiche e letterarie come redattore di numeri unici (Cento anni fa) e di giornali locali (Sentinella d’Italia, La Vedetta) nonché come primo direttore del settimanale satirico “Il Barbaroux”, da lui fondato con la collaborazione del poeta Gino Giordanengo e dei pittori Oscar Giacchi e Nino Marabotto. Laureatosi in giurisprudenza a Torino, ritorna in Riviera nel 1949. Oltre al costante e fedele impegno nel Movimento Federalista Europeo che lo porta, negli anni ’70 a pubblicare il periodico bilingue «Alpazur», in tutti questi anni ha dato alle stampe alcuni romanzi, libri per ragazzi, testi divulgativi (Grano nel deserto, 1958 – Nella gabbia del Vanone, 1963 – I marziani a Borgo Prino, 1969 – Le barche nel cielo, 1976 – Piccola storia di Arturino Bergerello, 1978 – La cornucopia della Dea Matuta, 1985). Si è dedicato al teatro dialettale scrivendo vari testi: in piemontese (La pianta ‘d Coni, 1980 segnalata al Premio Giovanni Toselli di Cuneo), in sanremasco (Ren nu va ciù, 1981), in genovese (Viagiu ae Seycelle, 1984 e Gh’ea ün-a veia, 1988) queste tre selezionate per il Premio Anna Càroli di Genova e l’ultima insignita del 1° premio nella VI edizione del Premio stesso. Altro lavoro teatrale la tragicommedia Sanremo belle époque: la Contessa e il bersagliere, 1989 sulla nota vicenda sanremese della Contessa Tiepolo presentato al Casinò di Sanremo.
“ DI QUA E DI LA’ Racconti de l’Alpazur”- “Arguzia, tenerezza, limpidezza di una semplicità disarmante, ingenuità, passaggi che sfiorano il trascendente e il surreale: possiamo trovare tutto questo nella raccolta di racconti di Enrico Berio, che di certo non lesina la sua smisurata fantasia, una cultura vasta e sfaccettata e uno stile mutevole che sa adattarsi perfettamente alle varie situazioni create.
L’opera è composta da diverse storie singole, con un racconto principale, ‘Di qua e di là’, il cui protagonista, Gian Carlo, si trova in una condizione sospesa tra la vita e la morte; assisteremo perfino allo sdoppiarnento della sua personalità che inizierà a muoversi in due dimensioni parallele. Né lui né noi sapremo, fino all’ultima riga della vicenda, se le due vite torneranno ad unirsi e se Gian Carlo resterà nella dimensione della vita a della morte. L’intero libro, tuttavia, sarebbe incompleto senza gli altri numerosi componimenti, variegati e coraggiosi, che danno vita ad una raccolta decisamente impossibile da rinchiudere in una qualunque definizione che risulterebbe, per forza di cose, limitante.”