23 Novembre 2024 11:41

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23 Novembre 2024 11:41

SCOPPIA IL CASO MIGRANTI A SAN BARTOLOMEO AL MARE. UNA LETTRICE: “IO A PASQUETTA ERO AL CAMPETTO PARROCCHIALE CON I MIEI FIGLI E…”/LA LETTERA

In breve: Jessica Plumeri ha inviato una mail alla nostra redazione, raccontando di essere stata presente in loco con la sua famiglia e altri amici il giorno di Pasquetta e di aver trovato...

lettera migranti

A seguito della segnalazione da parte di una residente di San Bartolomeo al Mare, secondo la quale durante negli ultimi giorni il campetto parrocchiale sarebbe stato occupato dai migranti, ospiti della cooperativa Jobel, senza lasciar spazio ai bambini, è scoppiata la polemica. Le lamentele sono state confermate dal sindaco Valerio Urso, ma smentite da Doukourè, un giovane migrante di 26 anni, arrivato nel golfo da circa 2 anni, che si occupa di fare da “tutor” ai nuovi arrivati.

A riguardo, Jessica Plumeri ha inviato una mail alla nostra redazione, raccontando di essere stata presente in loco con la sua famiglia e altri amici il giorno di Pasquetta e di aver trovato un clima di accoglienza e di calore tra i giovani migranti presenti presso il campetto parrocchiale.

“Il giorno di Pasquetta nel campetto della Chiesa c’eravamo anche noi. Siamo un gruppo di ragazzi e famiglie che hanno casualmente passato la giornata in loro compagnia e la tenda, descritta nell’articolo come bivacco, era in realtà un parasole e serviva per proteggere dal sole le nostre tre bambine piccole. La mattina di Pasqua abbiamo chiesto al nostro parroco Don Renato la possibilità di utilizzare l’area dietro la chiesa per un pic nic, possibilità che ci è stata concessa senza problemi. Il giorno dopo siamo arrivati verso le 11 e abbiamo trovato lì anche i ragazzi migranti che non ci hanno assolutamente mandato via ma, anzi, sono venuti a presentarsi e a stringerci la mano con un grande sorriso.

Noi, tutti ben felici di avere l’occasione di poterli conoscere, abbiamo chiacchierato più che volentieri con loro, che ci hanno raccontato da dove venivano e qualcosa di loro, dimostrando chiaramente la volontà di imparare l’italiano per poter meglio comunicare. Due ragazzini che erano con noi hanno chiesto di poter giocare insieme a loro, sono stati immediatamente inseriti nella squadra e hanno passato tutto il pomeriggio dietro al pallone, con grande gioia dei loro genitori che sono stati felici di questa occasione di crescita e di conoscenza di una realtà diversa dalla nostra.

Siamo andati via intorno alle ore 17.30 e nessuno ha litigato o alzato la voce, né tantomeno ci sono state risse e il Responsabile della Cooperativa è sempre stato insieme ai ragazzi. Credo che verso queste persone si stia instaurando una vera e propria caccia alle streghe, tra comizi in piazza e false notizie, che non porta benefici a nessuno, dato che l’integrazione è un processo lungo che deve essere voluto da entrambe le parti: loro devono integrarsi ma anche noi abbiamo il dovere, morale e civico, di integrarli, non possiamo tirarci indietro nè farli sentire ospiti indesiderati”.

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