Il vicesindaco Giuseppe Zagarella ha replicato al capogruppo di Imperia Riparte Giuseppe Fossati in merito alle condizioni del manto stradale di via Boine e alle difficoltà di percorrenza per i mezzi a due ruote.
“Sono davvero lieto di vedere che anche il consigliere Fossati si è accorto che Via Boine è stata, da noi, sottoposta a parziale scarifica. Sono anche decisamente lieto di sapere che ha ancora, come da un po’, tanto tempo per scrivere.
A differenza di lui l’amministrazione Capacci ha pochissimo tempo per cercare di riparare ai danni ed alle carenze delle precedenti amministrazioni, e ancora meno il settore Lavori Pubblici, che ahimè comunica poco, ma lavora molto.
Quello stesso settore che deve far fronte anche a milioni di euro di danni alluvionali, e che solo su strade frazioni e fogne ne conta circa cinque. Non si preoccupi pertanto.
Faccia tutte le mozioni che crede. Noi sistemeremo Via Boine, dopo anni che attende di essere sistemata e dopo quasi quindici anni che non vede interventi sul suo manto. Nel modo giusto e al momento giusto.
Senza buttare soldi pubblici per fare asfalto dove occorre rifare il sottofondo e dove occorre realizzare sottoservizi già previsti e quindi rifarlo nel giro di pochi mesi. Sicuramente non rifaremo Via Boine fino a che non avremo finito gli interventi in Via S. Antonio e in Via Rambaldi. Sicuramente non creeremo condizioni di pericolo per esporci a cause per danni.
Mogadiscio? Sono quasi d’accordo…200 km di groviera al posto delle strade, asfalti di trent’anni (salvo il solito tratto. …quello doveva sempre essere velluto..), linee elettriche fatiscenti, 60 immobili e non uno col tetto integro (neppure biblioteca palazzetto Cremlino e nuovo museo navale…), cimiteri pericolanti e frazioni abbandonate, fogne distrutte ma spesso inesistenti…
Lo dissi anch’io, e qualcuno si arrabbio’: “ci hanno lasciato Beirut dopo i bombardamenti”. Ma lavoriamo con dedizione e costanza, insieme ai nostri uffici, e grazie a loro, per rimetterla a posto. Fossati si metta l’animo in pace.
Se vuole, se trova il tempo tra un comunicato e l’altro, mi chiami pure, e lo porto io a visitare la sua Mogadiscio o la mia Beirut. Io non vedo l’ora di poter riferire al Consiglio”.