E’ iniziato puntuale alle 18.30 il Consiglio Comunale di ieri, martedì 17 settembre, con la commemorazione Armando Fontana, Silvano Alterisio, Emilio Broccoletti, ma si è dilungato ben oltre il tempo previsto e immaginato da tutti i partecipanti al punto tale da scatenare reazioni “esauste” su Facebook da parte di alcuni consiglieri (clicca qui).
Gli argomenti all’ordine del giorno erano 8, ma sono stati ridotti a 7 in quanto il punto inerente all’adesione alla Carta di partnership del Santuario dei Cetacei è stato rimandato a data da destinarsi.
In ogni caso, già dopo la prima ed unica question time di Gianfranco Grosso – Imperia Bene Comune – sull’aumento dei costi per i servizi accessori scolastici si è capito il Consiglio Comunale non si sarebbe certo svolto in un clima di tranquillità.
Antonio Russo – M5S – ha infatti interrotto il presidente del consiglio Paolo Strescino mentre stava leggendo il primo punto all’ordine del giorno per presentare una mozione d’ordine inerente alle due question time che sono state respinte per via dell’assenza dell’assessore Nicola Podestà: “Ieri l’assessore ha parlato con La Stampa – ha tuonato Russo – vogliamo che le nostre question time siano ripresentate giovedì”. Immediatamente sia il sindaco Carlo Capacci che il presidente del consiglio Strescino sono intervenuti per calmare gli animi “L’assessore era impossibilitato perchè è stato operato al ginocchio; vuole rispondere personalmente perchè è l’interrogato ed è anche una questione di regolamento, istituzionale e di rapporti di lavoro che storicamente così sono stati nell’aula consiliare. Registro il suo disagio, di più non posso dirle. Le sue question time verranno discusse nel primo consiglio utile“.
Dopo l’insediamento del dott. Luca Falciola al posto del compianto Emilio Broccoletti e la conseguente ricostituzione delle Commissioni Consiliari si è passati alla nomina della Commissione Toponomastica e infine al punto 4: la “Riduzione degli emolumenti attualmente riconosciuti al Presidente del Consiglio Comunale per la carica istituzionale svolta”.
A prendere la voce è stato Gianfranco Grosso dichiarando: “Riteniamo che, in questa fase molto delicata per la città di Imperia, ma anche nazionale, tutti dobbiamo fare un passo verso la risoluzione delle problematiche presenti in città. Ridurre al minimo i costi della politica serve anche per dimostrare che i servizi che non possono essere erogati e le tariffe alte per alcuni altri, rientrano in una visione complessiva dove nessuno escluso dà qualcosa. Apprezziamo la delibera con cui il Sindaco ha ridotto gli emolumenti degli assessori, ma quello del presidente del consiglio è ancora troppo alto. La minoranza consiliare ritiene così che l’emolumento giusto e simbolico sia di 500 euro al mese“.
A prendere parola è stato a questo punto proprio Paolo Strescino, presidente del consiglio comunale che, con molta calma, ha esordito dicendo: “Parlare di soldi è imbarazzante per tutti, ed è ovvio che nel rispondere in qualità di presidente del consiglio comunale, spero che questa intervento del consigliere Grosso non sia una questione personale visto che questa battaglia è stata fatta proprio ora e non prima. Credo sia capzioso“.
Mentre tra le file della minoranza l’agitazione e le mezze parole crescevano in modo imponente, il presidente Strescino ha continuato: “Io ho ragionato di questa proposta con il Sindaco e propongo di passare a uno stipendio 1500 euro lordi e, vi prego, non facciamo confusione tra lordo e netto“. Strescino ha poi continuato l’intervento specificando che non tutto si pesa in base a quanto uno guadagna, ma in base all’impegno e alle responsabilità che vengono messe nel proprio compito: “Capisco si possa pensare che qualcuno venga qui dentro per avere uno stipendio e solo per guadagnare, ma allo stesso tempo credo che, con questo taglio all’emolumento, si dia un segnale forte di ridimensionamento. Chiedo inoltre di fare in modo che la delibera valga poi anche per tutti gli altri presidenti del consiglio che verranno, perchè se l’intenzione è quella di un segnale positivo di anti-casta e non una qualcosa ad personam, se mi permettete,credo che questo taglio sia altamente significativo”.
Da questo momento la discussione ha preso il via ed continuata per circa tre ore con un rimbalzo di botta e risposta tra maggioranza e minoranza sempre più inasprito e nervoso. Si è cominciato con l’intervento di Giuseppe Fossati per Imperia Riparte, che ha puntato tutto sul dispiacere di dover intervenire: “Speravo che non si sarebbe nemmeno arrivata a discuterla – ha esordito – Ero sicuro che il presidente Paolo Strescino avrebbe fatto un gesto nobile perchè questa pratica non è un fatto personale, è un segnale che si vuole dare in un momento di oggettiva difficoltà della finanza locale e dei nostri concittadini. Cominciamo a tagliare seriamente, questi sono i segnali. Il presidente del consiglio è molto presente in Comune, ma cosa vuol dire? Tutti devono dare un segnale, tutti devono rinunciare al gettone di presenza anche i consiglieri comunali“.
E’ stato poi il momento di Mauro Servalli per Imperia Bene Comune a portare la discussione su un altro piano “scottante” con toni pacati, classici del consigliere, ma sempre molto pungenti: “Temo che dovrà rispondermi per fatti personali, presidente Strescino, perchè lei ha fatto un intervento che non mi sarei aspettato di sentire. E’ inopportuno che sia intervenuto proprio lei in quanto è parte in causa diretta – ha dichiarato con un sorriso amaro Servalli – Il gruppo Imperia Bene Comune non vuole rinfacciare pratiche del passato perchè, sa… all’opposizione siamo ed eravamo quindi è pretestuoso dirlo rispetto alla nostra proposta. Mi sarei aspettato che i miei colleghi di maggioranza non lasciassero al presidente del consiglio una risposta su questo argomento. Si è auto-proposto lo stipendio e ci dice quanto vorrebbe guadagnare, lo trovo sconcertante“.
La risposta di Fulvio Balestra, Imperia Cambia, ha dato il via alla difesa della proposta di Paolo Strescino: “Sicuramente l’emolumento era sovradimensionato, ma riguardo alla proposta che è stata fatta da parte del presidente del consiglio, noi la accogliamo con soddisfazione. Avete ragione che i soldi vanno trattati con riguardo ma io ritengo che il lavoro vada pagato e chi lavora deve essere pagato“. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una vena polemica non di poco rilievo è stato anche l’intervento di Lorenzo Lagorio, Pd: “Mi collego all’anno 2000 quando la giunta Sappa ha aumentato del 20% lo stipendio a tutti durante il primo atto facendo pagare in più 640.000 euro. Il risparmio che ha messo in atto il Sindaco Capacci è di 362.000 euro, quindi noi andremo avanti 5 anni, litigheremo certo, ma faremo gli interessi degli imperiesi“.
L’aver nominato le amministrazioni comunali precedenti ha fatto scattare immediatamente l’intervento di Antonello Ranise del PDL che ha dichiarato che non era di cattivo gusto la proposta di riduzione degli emolumenti per Paolo Strescino, ma il citare quanto prendevano i precedenti presidenti del consiglio comunale: “La cifra proposta di 500 euro non è punitiva o penalizzante, noi proporremo di levare completamente i gettoni del consiglio comunale, così qualche soldi in più si porta a casa. Non è questo che salva o meno le sorti del Comune ma in questo contesto la nostra proposta è consona“.
La situazione stava via via accendendosi e l’intervento di Gianfranco Grosso ne è stato la prova: ” Lei, presidente del consiglio, responsabilità non ne ha quindi il ruolo che le è stato riconosciuto non deve essere pesato sulla base di un compenso – ha tuonato il consigliere – Chi lavora sono i dipendenti del Comune di Imperia, sono i cittadini, noi siamo qua perchè facciamo politica. Cerchiamo di non paragonare il lavoro vero di chi vuole portare a casa lo stipendio da quello che è il ruolo della politica e non mi si dica che questa è demagogia“
Cercando di concludere il capogruppo del Pd Giorgio Montanari è poi intervenuto a nome di tutti, dichiarando: “Il Pd ritiene che questa richiesta sia provocatoria e credo anche tecnicamente difficile da ammettere. Ovviamente non voteremo favorevolmente questa proposta, ma aspetteremo la formalizzazione di una proposta analoga con una cifra indicata in valore lordo che noi riteniamo opportuna – come quella di 1500 euro. E’ un buon gesto. Cerchiamo di non fare beneficenza con le tasche degli altri. Se è un discorso generale non si guarda quanto ha nel portafoglio qualcuno. Per questi motivi riteniamo che per quanto voi siate ostili la proposta sia provocatoria”.
L’intervento finale è stato poi quello del Sindaco Carlo Capacci che, quasi stremato e con una nota di delusione nel tono della voce ha dichiarato: “Il giochino di volerci far litigare non può funzionare perchè i 1500 euro che ha proposto Paolo Strescino li ho chiesti. Non c’è il sindaco ombra e gli assessori al niente, come li ha chiamati il consigliere Fossati, lavorano 8 ore al giorno e potete controllare“.
Dopo ancora un lungo dibattito si è passati alla votazione che è ha portato a respingere la proposta con 19 contrari, un astenuto e 11 favorevoli.
Il quinto punto all’ordine del giorno non ha contribuito a calmare gli animi, anzi. Si trattava della discussione sulle modalità e tempistiche di realizzazione del regolamento comunale per l’insediamento delle sorgenti elettromagnetiche (R.I.S.E) comunemente conosciuto come Piano delle Antenne.
Dopo un riassunto molto preciso della consigliera Glorio del M5S sulla situazione si è arrivati al punto centrale della richiesta: “C’è carenza di informazioni, abbiamo continuato a chiedere e chiedere, ma nessuno ci rispondeva. Ci sono incongruenze sulle date e tutto l’iter è molto nebuloso“. A confermare quello già dichiarato dal consigliere Glorio è intervenuto il consigliere Russo: “Tutto quello che chiediamo e che cerchiamo di sapere non ci viene dato, io non voglio esagerare, ma non vorrei che Imperia tornasse ad essere il porto delle nebbie che abbiamo avuto prima. Noi appuriamo che per ogni cosa che chiediamo abbiamo ritardi, informazioni erronee, tentativi di depistaggio. C’è qualcosa nascosto sotto, abbiamo continuato a richiedere atti perchè vogliamo risposte. Dopo le nostre richieste il 6 settembre è sbucato un piano improvviso perchè? Noi vogliamo risposte alla domande che facciamo“.
In merito ha risposto il Sindaco Capacci scusandosi per la carenza di informazione e specificando che non c’era volontà di nascondere qualcosa allungando le tempistiche per ottenere certe informazioni visto che anche lui stesso per ricevere alcuni documenti deve aspettare settimane: “Vorrei specificare però – ha chiarito il Sindaco – che il piano antenne è un piano urbanistico paesaggistico, non un piano dove l’amministrazione comunale può andare a limitare l’emissione di campi elettromagnetici. Tutti i discorsi che si fanno sulle antenne sono viziati da carenza di informazione, emette molto di più un cellulare vicino all’orecchio che un’antenna. Io se ne dovessi avere una vicino a casa non mi preoccuperei, perchè so che non fa male. L’amministrazione comunale inoltre non può redigere un piano che stabilisce la costruzione solo in alcune zone e la vieta in un altro perchè sarebbe subito impugnato e avremmo sprecato dei soldi. L’idea qual’è allora? – continua Capacci – Trovare i luoghi sensibili e andare a normare quelli in modo da dissuadere chi volesse piantare un’antenna lì vicino“.
In risposta è intervenuto il consigliere Servalli, perplesso: “O sono io che sono sensibile, ma parliamo del piano dell’antenne e risponde chi ha interesse diretto, stessa cosa è successa prima con il presidente Strescino. Tornando al problema dell’antenna il punto fondamentale è l’applicazione del principio precauzionale anche riguardo ai limiti imposti per legge. Dobbiamo normare le antenne su tutto il territorio, non solo nelle zone sensibili perchè la preoccupazione dei cittadini non avviene solo in relazione a situazioni a rischio, ma in tutto il territorio comunale. Se l’affitto diventa insostenibile da tutte le parti tranne una è ovvio che l’antenna poi va lì”.
“Questa discussione sembra una question time diffusa alla maggioranza – ribatte il Consigliere Montanari – Anche perchè di norma la visione del Sindaco è quella di tutta la maggioranza. Ci vuole una certa tutela paesaggistica e tecnica, c’è da dire però che non possiamo indirizzare l’amministrazione un po’ oltre quelle che sono le norme, c’è un limite perchè non sempre un’agilità politica giustifica qualsiasi movimento. Il sindaco ha spiegato l’intenzione politica di normare e di limitare l’esistenza di antenne nei pressi di edifici sensibili. E’ una precauzione eccessiva tecnicamente forse, ma sposo anche la tesi che ci voglia un principio di precauzione, è giusto e lo faremo con gli strumenti opportuni“.
In conclusione è intervenuto nuovamente il Sindaco: “Quello che possiamo fare è inserire una norma talmente onerosa da far sì che l’operatore mobile non vada lì, è questo vorremmo fare. Ribadisco che io non ho paura dell’antenna, anzi vorrei sfatare un po’ il mito che l’antenna fa male, ma ci sono altre sorgenti elettromagnetiche che nessuna cita e sono tutte paragonabili. Bisogna rispettare i limiti di esposizioni e in Italia sono molto bassi, li facciamo rispettare e penso che scegliere delle zona sia la cosa migliore da fare“.
La discussione è volta così al termine e anche gli ultimi due punti all’ordine del giorno sulla ratifica alla variazione del Bilancio di esercizio 2013 e l’adeguamento alle osservazioni formulate dalla Amministrazione Provinciale di Imperia relative a parte della zona di completamento residenziale “BC13A” in località Caramagna Baccan, sono stati affrontati.
Il Consiglio è stato dichiarato chiuso a mezzanotte circa, fra stanchezza generale, ironia pungente e qualche “sbocconcellamento” di cracker per sopravvivere ai morsi della fame. L’appuntamento sarà poi per domani, giovedì 19, con però solo 4 punti all’ordine del giorno.
Selena Marvaldi