22 Novembre 2024 19:50

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22 Novembre 2024 19:50

IMPERIA. MIGRANTI, LA “CRITICAL MASS” IN BICICLETTA COSTA CARA AGLI ATTIVISTI. MULTE PER OLTRE 2 MILA EURO, SCATTA IL SIT-IN DI PROTESTA:”NON ABBIAMO MAI…”/FOTO E VIDEO

In breve: Si è svolta questa mattina, mercoledì 10 maggio, al cippo di Capo Berta, la conferenza organizzata dagli attivisti da tempo impegnati nella difesa dei diritti civili degli immigrati.

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Si è svolta questa mattina, mercoledì 10 maggio, al cippo di Capo Berta, la conferenza organizzata dagli attivisti da tempo impegnati nella difesa dei diritti civili degli immigrati. Lo scopo dell’incontro è stato quello di rendere nota la multa che circa 20 attivisti hanno ricevuto a seguito di una manifestazione che si è tenuta il 18 giugno del 2016 al confine tra Francia e Italia.

La protesta, detta “Critical Mass”, consisteva nel compiere un tragitto in bicicletta da Breil fino in Italia, passando sulla Statale 20, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione disperata delle persone bloccate al confine e per manifestare la propria solidarietà nei confronti di chi viene privato della propria libertà. I ciclisti, però, una volta raggiunto il confine italiano, sono stati fermati dalla Polizia a Fanghetto e sono stati multati di 2.590 euro. 

A distanza di quasi un anno, gli attivisti hanno deciso di rendere noto l’atto che è stato notificato loro, affermando che la motivazione di aver causato un “blocco stradale” non ha fondamento.

FRANCESCO SCOPELLITI

“Siamo qua per il valore simbolico di questo posto, qua ci sono le coppe di Coppi, Bartali e Girardengo, il Berta è un luogo simbolo di una delle ultime fasi della Milano Sanremo, che trasuda ciclismo e sport. Vi abbiamo chiamato per parlavi della più grossa multa ciclistica sportiva mai commissionata dalla storia. Infatti per la critical Mass che venne fatta al confine a giugno dell’anno scorso, quando degli attivisti su una 50ina di biciclette discesero da Breil cercando di arrivare fino a Ventimiglia. Nella parte francese non ci fu nessun problema, ma gli attivisti furono bloccati dalla Polizia italiana al confine di Fanghetto.

La prefettura su impulso della Questura con un provvedimento firmato dal prefetto e con un incartamento vagliato dal vecchio questore Laricchia ha commissionato 2.590 euro di multa a testa per blocco stradale. Considerando che le persone multate sono circa 20, sforiamo i 50 mila euro. Una multa di questa entità non si era mai vista. Abbiamo sentito il dovere di vederci qua di fronte ai mostri sacri del ciclismo. La solidarietà è criminalizzata in ogni modo possibile, soprattutto per quel che riguarda il confine.

Tutto quello che stanno passando sia i migranti che i solidali nelle zone di confine negli ultimi anni è incredibile. Siamo convinti che la storia ci darà ragione. Un giorno questi atti saranno ancora più pesanti. La Questura allega manifesti e foto in cui si vedono persone attonite davanti a uno schieramento di polizia impressionante, perché il blocco stradale non è mai stato operato. Si parlava di più di 200 uomini a fronte di 40 biciclette.

Nelle motivazioni allegate viene detto:“Vista chiara la presenza di No Borders e vista la natura facinorosa dei soggetti che componevano la biciclettata e visti i volanti, avremmo bloccato i confini”. È stato un gesto preventivo. Noi non avremmo mai bloccato il confine. Per le nuove forme di legalità, che vanno di moda adesso, comprese nel decreto Minniti, avvisi orari, fogli di via, se l’intenzione è un reato e viene sanzionato per queste nuove forme, sicuramente non lo è per la giustizia civile né per la giustizia penale”.

ANGELA FOGLIATO

“La notifica che ci è stata riguarda il famoso volantino dove si parla di bloccare il traffico. La nostra biciclettata aveva come denominazione “Critical Mass”, ossia non una manifestazione per cui bisogna avvisare questura o quant’altro, ma una manifestazione spontanea pubblicizzata attraverso i vari organi possibili. Il fatto che sul volantino ci fosse la parola “bloccare” si riferiva allo scopo primario di una Critical Mass non nel senso di fermare, ma di rallentare il traffico, per riappropriarsi della città e automaticamente rallentare il traffico.

Per questa ragione la gendarmerie francese ci ha scortato per tutto il tratto in Francia, perché è anche una strada difficile come viabilità e quindi ha voluto tutelare la nostra sicurezza. Il traffico si è svolto regolarmente nella parte francese, proprio grazie anche all’aiuto della gendarmerie. La Polizia italiana ha pensato di aiutarci in un altro modo. Siamo arrivati a Fanghetto e abbiamo trovato sbarrato. Il traffico era già bloccato dalla Polizia. La nostra intenzione era quella di andare avanti. Ci siamo accomodati da una parte in attesa di quello che poi non è successo ossia che ci lasciassero passare”.

MICHELE ROVERE

La sproporzione che c’è, enorme, fra quanto accaduto e la sanzione che è stata irrorata che è paradigmatico di quello che sta succedendo in questo momento. Forse a Ventimiglia, noi lo diciamo da sempre che questo angolo di Italia è un laboratorio dove si provano tante cose, si sperimentano e si valuta la reazione sociale che c’è e dopo di noi arrivano in altre parti di Italia, anche stavolta è successo.

Qua sono due anni che chi pacificamente, lo ricordiamo, non per una rivendicazione per un discorso teorico, ma per un dato di fatto. Sono due anni che pacificamente centinaia di migliaia di persone portano solidarietà attiva ai migranti, protestano e li supportano nelle loro proteste che sono sempre state incredibilmente pacifiche, se teniamo conto del dramma che vivono queste persone.

Nonostante ciò, queste persone sono state sottoposte ad un livello di pressione incredibile. I fogli di via, come abbiamo detto tante volte ma lo ripetiamo, non li contiamo più perchè abbiamo perso il conto di tanti ragazzi arrivati qua in Italia e hanno preso il foglio di via senza neanche aver passato un’ora a Ventimiglia.

Scesi dal treno, portati in commissariato, notificato il foglio di via, rimessi sul treno e rispediti a casa. Cose completamente al di fuori di uno stato che si vuole legale e di diritto.

Le pericolosità sociali e svariati processi, che nel tempo produrranno i loro effetti. Noi ci eravamo lasciati l’ultima volta alla sede della CGIL con la conferenza stampa riguardo alle pericolosità sociali. Avevamo detto che non ci saremmo fermati nè di fare politica nè di azioni di solidarietà attiva ai migranti, nè di opporci a questa repressione.

Nel frattempo è stato messo nero su bianco il sistema Ventimiglia, con il decreto Minnitti Orlando. Ci piace ricordare che c’è anche Orlando in questo decreto, quello che dice di essere di sinistra all’interno del PD.

Un po’ come la nostra prima iniziativa anche contro il decreto Minnitti Orlando, perchè è un decreto che noi riteniamo assolutamente anti costituzionale. Produrrà una serie di ricorsi infinita che alla fine distruggeranno questo dispositivo legislativo. Tutto il quadro legale che si è messo in piedi non è costituzionale.

Continueremo per difendere noi stessi, siamo persone normalissime, con lavori normalissimi. Più di 20 multe da 2600 euro l’una, sono una cifra enorme.

Non è tollerabile che uno Stato utilizzi questi mezzi di bieco ricatto per far star zitti delle persone che non fanno nulla di male, se non portare la solidarietà.

Quest’inverno c’erano delle persone che a Ventimiglia, quando c’era l’ordinanza del sindaco Ioculano, attiva, contro la distribuzione dei viveri, c’erano persone che trasportavano dei viveri nascosti nelle coperte.

Io credo che questa sia un piccolo dettaglio di che livelli a cui siamo giunti. Sembra incredibile, perchè comunque facciamo tutti la nostra vita tranquilla, però a Ventimiglia quest’inverno c’erano delle signore anziane, forse si ricordavano ancora dei racconti della resistenza, e portavano le coperte ai migranti sotto i ponti di Ventimiglia o quelli accampati nel greto del fiume. I migranti a Ventimiglia ci sono ancora, sono semplicemente più nascosti perchè hanno più paura di prima.

A Ventimiglia ci sono tante persone che li aiutano e non si fermano neanche loro a nessuna intimidazione. Magari lo fanno in maniera meno aperta di come lo facciamo noi, ma l’hanno fatto appunto inventandosi il sistema dei panini nelle coperte”.

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