Dall’altra parte dell’oceano, nella “grande mela”, in una delle scuole di specializzazione manageriale più prestigiose al mondo. Non manca nulla all‘esperienza all’estero di Elena Richermo, 28enne imperiese, che da gennaio si è trasferita in America, precisamente a New York, per frequentare il Master MBA (Master in Business Administration) alla Columbia Business School.
Dopo essersi laureata a Milano al Politecnico per diventare ingegnere civile, Elena ha capito che non si trattava di quello che voleva fare nella vita. Per schiarirsi le idee ha lavorato per due anni nella consulenza aziendale, finché non ha preso la decisione di dare una svolta alla propria vita, andando in America per inseguire il suo vero sogno: lavorare nel mondo della gestione immobiliare.
PERCHÈ HAI SCELTO DI DEDICARTI AL MONDO IMMOBILIARE?
“Mio padre è geometra, perciò sono cresciuta nel mondo delle costruzioni. Per questo dopo il liceo Vieusseux mi sono iscritta al politecnico di Milano per diventare ingegnere civile, ma strada facendo mi sono resa conto che la mia vocazione era più di tipo gestionale e manageriale. Mi sono laureata ugualmente, frequentando anche l‘Alta scuola politecnica (dove sono selezionati solo 150 ragazzi), e poi ho lavorato nella consulenza aziendale per oltre due anni, per entrare nel mondo del lavoro, ma avevo bisogno di specializzarmi nel settore che amavo di più”.
COME MAI HAI DECISO DI ANDARE PROPRIO ALLA COLUMBIA BUSINESS SCHOOL?
“Innanzitutto avevo bisogno di fare un’esperienza all’estero. Durante l’università non ho fatto l’Erasmus e mi è molto dispiaciuto. Sentivo che mi mancava qualcosa. Mi sono detta: “Ora o mai più!”. Così mi sono documentata e ho visto che la Columbia è una delle scuole per il business più rinomate al mondo, sicuramente nella top ten, e ho fatto domanda. È molto difficile entrarci, ma con grande gioia ci sono riuscita e ho vinto anche la borsa di studio che mi dà una grande mano per affrontare le spese. Il master dura 1 anno e mezzo”.
COSA SPERI DI OTTENERE DOPO QUESTO MASTER?
“Mi piacerebbe lavorare nel settore del Real Estate, quindi nel mercato immobiliare, prendendo una strada legata alla gestione e al management. Quindi ad esempio gestire un portafoglio di immobile, trovare e giudicare gli investimenti più interessanti o redditizi o vendere immobili, oppure in un’azienda gestire persone e risorse. Ho capito infatti che la progettazione di edifici non fa per me, ma mi sento comunque vicina al mondo delle costruzioni”.
HAI NOTATO DIFFERENZE NELL’ISTRUZIONE AMERICANA RISPETTO A QUELLA ITALIANA? È STATO DIFFICILE ADATTARSI?
“Ho notato molte differenze. Le lezioni sono molto più applicate alla realtà, mentre in Italia sono più teoriche. Durante l’anno abbiamo molti piccoli progetti di gruppo e consegne, in modo similare a quanto avviene nella realtà lavorativa. Credo che la mia esperienza lavorativa prima del master mi abbia molto aiutato ad adattarmi. L’esito di questi progetti e la partecipazione attiva valgono il 50% del voto finale. In Italia invece spesso la totalità del voto dipende dall’esame finale. Ci sono aspetti positivi in entrambi i casi. Mentre in America ti abitui subito a collaborare in gruppo e ad essere legato alla realtà lavorativa, in Italia cresci in maniera più indipendente e magari più preparata sul livello teorico. Un’altra differenza è che in America hai la possibilità di confrontarti con moltissime culture. Nel Master che frequento siamo 700 persone (divise in molte classi), di cui il 60% sono americane e il restante 40% vengono da tutto il resto del mondo”.
PROGETTI?
“Spero di fare preso un tirocinio affiancato al master, per entrare nel mondo del lavoro e toccare con mano le realtà americane. Nel lungo periodo, però, penso di tornare in Italia, probabilmente a Milano, dato che offre più possibilità in questo settore, ma non escludo di tornare a Imperia in seguito. Stando via, infatti, apprezzi di più ciò che hai lasciato e capisci cosa è davvero importante per te”.
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