“Imperiapost” ha seguito in diretta la deposizione dell’ex Ministro Claudio Scajola nell’ambito del processo che lo vede sul banco degli imputati con l’accusa di finanziamento illecito a singolo parlamentare per l’acquisto della casa romana di via del Fagutale, di fronte al Colosseo.
Diversi gli spunti degni di nota nel corso della lunga deposizione, durata più di due ore. In particolare, l’ex Ministro, attraverso i suoi legali, ha depositato un documento rilasciato dal Ministero dell’Interno (assegnazione della scorta) che testimonia il trasferimento ufficiale di Scajola nella casa di via del Fagutale già il 23 marzo del 2005. Si tratta di una possibile svolta nel processo. Secondo l’accusa, infatti, Scajola avrebbe iniziato a vivere nella casa di via del Fagutale, così come dichiarato da alcuni testimoni, nel 2006, e il reato si sarebbe consumato nel 2007 con il versamento, da parte di Scajola, e la messa a bilancio, da parte delle ditte esecutrici dei lavori, dei pagamenti degli interventi di ristrutturazione. Il reato, in base a questa ricostruzione, sarebbe prescritto nel 2014 (7 anni così come prevede la legge). La difesa, facendo leva sulla documentazione sopracitata, sostiene invece che Scajola si sia trasferito nella casa romana di via del Fagutale nel 2005, terminando il pagamento dei lavori di ristrutturazione nel 2006. Il reato, dunque sarebbe già prescritto (2013).
Altro elemento importante riguarda la ricostruzione di Scajola in merito all’individuazione della casa di via del Fagutale.
“Affidai la ricerca dell’abitazione a Balducci, illustrandogli le mie disponibilità economiche. Balducci mi parlò di una casa già opzionata da Anemone. Ne parlai con lo stesso Anemone che fissò il prezzo in 700 mila euro, aggiungendo che avrebbe potuto togliere ancora qualcosina. Non trattai direttamente con le sorelle Papa, proprietarie dell’immobile, perché l’interlocutore principale in quel momento, vista l’opzione d’acquisto, era Anemone.
Mattia Mangraviti
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