16 Novembre 2024 22:13

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16 Novembre 2024 22:13

IMPERIA. “NON POSSO AIUTARTI, SENZA DI TE”. IN PROVINCIA IL CONVEGNO SUL “WELFARE GENERATIVO”. MATTEO LUPI:”PRIMO PASSO PER…”/FOTO E VIDEO

In breve: Si è svolta nella mattinata di oggi il Convegno organizzato dalla Provincia di Imperia, in collaborazione con il CESPIM e il Centro Servizi per il Volontariato, sul Welfare Generativo, dal titolo: “Non posso aiutarti, senza di te”.

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Si è svolta nella mattinata di oggi, lunedì 15 maggio, presso la Sala dei Comuni del palazzo provinciale, il Convegno organizzato dalla Provincia di Imperia, in collaborazione con il CESPIM e il Centro Servizi per il Volontariato, sul Welfare Generativo, dal titolo: “Non posso aiutarti, senza di te”.

Presenti la Vice-Presidente della Regione Liguria e Assessore alla Sanità e alle Politiche Sociali Sonia Viale, il Consigliere Regionale Alessandro Piana, il Presidente della Provincia Fabio Natta e il Direttore Generale dell’Asl 1 Imperiese Marco Damonte Prioli. Relatori Laura Orestano del Centro per l’Innovazione Sociale, il Presidente del Cespim, Matteo Lupi, e le Direttrici sociali dei distretti di Imperia e di Sanremo, Silvana Bergonzo e Claudia Lanteri. Hanno chiuso il convoglio il Dirigente Regionale Marialuisa Gallinotti e la Direttrice filiale Nord Ovest della cooperativa sociale KCS Caregiver con un intervento sulle nuove reti per ottimizzare le risorse e valorizzare il territorio.

Il “welfare generativo” impone il superamento di un modello di welfare basato quasi esclusivamente su uno Stato che raccoglie e distribuisce risorse tramite il sistema fiscale e i trasferimenti monetari. Tramite un confronto tra le tre principali realtà imperiesi e la Regione Liguria, si arriverà alla conclusione che serve sempre più un welfare in grado di rigenerare le risorse già disponibili, responsabilizzando le persone che ricevono aiuto, al fine di aumentare il rendimento degli interventi delle politiche sociali a beneficio dell’intera collettività.

La “legge” delle 5 R del Welfare Generativo partono infatti dalla Raccolta per arrivare alla Redistribuzione – compito primario delle Istituzioni, ma con l’intenzione, poi,di dare dominanza alle Persone, che Responsabilizzate hanno il dovere di Rigenerare e ottenere in questo modo una Rendita.

Questo concetto, che verrà ampiamente discusso e sarà il tema del confronto, dovrà portare ad un unico canale e ad un’unica modalità di risoluzione dei problemi delle persone in difficoltà, che dovranno sentirsi accolte e aiutate lungo un’unica via, così da non perdersi lungo la lentezza della burocrazia e tra le lungaggini amministrative, ed avere così un riferimento sentendosi in grado di realizzare un minimo profitto.

MATTEO LUPI, PRESIDENTE DEL CESPIM

“È stato un primo e importante passo di condivisione tra soggetti del privato sociale e quindi le associazioni che segue il Cespim e gli enti pubblici, quali l’ASL, la Regione Liguria, la Provincia di Imperia e i Comuni, per discutere delle nuove prospettive di uno stato sociale che chiaramente non può più basarsi soltanto sulle risorse derivanti dagli enti pubblici, ma soprattutto da una cultura dell’assistenzialismo che è stata sicuramente uno dei difetti della concezione del welfare che abbiamo avuto nel nostro paese.

Oggi ci siamo incontrati per capire se nei segmenti di un buon lavoro di reti tra il no-profit e le istituzioni, possa nascere quel modello che aiuti ancor di più le persone, ma che lo faccia attraverso una spesa più appropriata.

Sono nati spunti, momenti di confronto, anche di preoccupazione perchè noi comunque crediamo che non si possa mettere in discussione il nostro modello di welfare, attraverso poche e lacunose riforme.

È necessario fare un approfondimento delle risorse che sono messe a disposizione e anche fare un lavoro di formazione e di approccio culturale diverso. Una mattinata veramente proficua, interessante per tutti”.

LUCA GHIGLIONE, ORGANIZZATORE

“È stato molto importante. È stata una mattinata di confronto dove tutte le realtà, Ventimiglia, Sanremo e Imperia, hanno avuto modo di dare abito a quelli che sono i loro lavori quotidiani. L’importanza del welfare è quello poi di essere si vicino alla gente, ma dimostrare anche con quale forza e con quanta forza gli operatori abbiano veramente la volontà di intervenire, in cambio però di un riconoscimento, che non è certo monetario, ma un riconoscimento di una preparazione anche psicologica a quello che deve essere il ruolo attivo nella società.

Una forma di ripartenza, il miglior modo per poter davvero fare welfare”.

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