23 Novembre 2024 02:09

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23 Novembre 2024 02:09

REGIONE. CASE POPOLARI. ASSESSORE SCAJOLA:”PAITA ANCORA UNA VOLTA MENTE AI LIGURI. LA RIFORMA GARANTISCE RISPOSTE E AIUTA I PIÙ DEBOLI”

In breve: Così l’assessore regionale all’Urbanistica, Marco Scajola, replica alla capogruppo del Partito Democratico sulla nuova legge sull’assegnazione delle case popolari

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“Dal Pd e dalla Paita arrivano le solite menzogne: noi non prendiamo lezioni da chi ha messo in ginocchio la Liguria in dieci anni. Noi aiutiamo gli italiani e i liguri che fino ad oggi sono stati maltrattati e, ancor peggio, ingannati dalla sinistra, capace solo di agire contro l’interesse dei più deboli, nascondendosi dietro alle belle parole. Noi non vogliamo smantellare l’edilizia popolare ma, al contrario, vogliamo dare dignità a tante famiglie liguri che per noi hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini: non vogliamo più i ghetti che hanno voluto Burlando, Paita e il Pd”. Così l’assessore regionale all’Urbanistica, Marco Scajola, replica alla capogruppo del Partito Democratico sulla nuova legge sull’assegnazione delle case popolari.

In particolare, l’assessore Scajola smonta, punto per punto, le critiche dell’esponente del Pd:

“In materia di mobilità, il disegno di legge è impostato per favorire coloro che, già assegnatari di una casa popolare, si trovano nella situazione di dover cambiare luogo di residenza per motivi di salute o di lavoro. In questo caso, al contrario di quanto avveniva in passato, grazie a questa legge è possibile effettuare un cambio di alloggio pubblico tra province, senza dover avviare nuovamente la pratica di assegnazione. La scelta di stabilire il limite dei cinque anni è legata alla volontà di dare la precedenza ai nuclei familiari già radicati sul territorio.

Per quanto riguarda i limiti di reddito, la riforma è volta a stabilire criteri chiari e certi sull’assegnazione degli alloggi: a fronte del forte incremento delle richieste, riteniamo giusto che gli alloggi pubblici siano destinati a chi ne ha effettivamente diritto e bisogno.

Chi, invece, a seguito del miglioramento delle proprie condizioni economiche, perde il diritto alla casa popolare, potendo accedere al libero mercato, è giusto che lasci l’alloggio popolare a chi ne ha più bisogno. Questo significa attenzione vera alle fasce più deboli. Per altro, a differenza di quanto afferma la capogruppo del Partito Democratico, in passato il passaggio da un alloggio popolare a un alloggio a canone moderato non era né scontato né automatico in quanto l’alloggio a canone moderato veniva assegnato “ove disponibile”: cioè praticamente mai.

Inoltre, circa il reddito dei figli, ancora una volta Paita deve studiare meglio. Come è giusto, la nostra riforma è coerente con la nuova normativa nazionale sull’Isee che, varata per altro dal governo di centrosinistra, non consente deroghe alla verifica della situazione economica dell’intero nucleo familiare, compresi quindi i figli e la loro eventuale occupazione.

In materia, poi, di assegnazione delle case popolari, la ratio della norma, in un quadro ancora molto difficile di crisi economica, è quella di estendere la possibilità di accesso alle case popolari anche a quei nuclei familiari che, pur non avendo un reddito sotto la soglia di povertà, sono tuttavia in una situazione di conclamata difficoltà e disagio abitativo. Con i criteri stabiliti dalla normativa oggi vigente, queste persone non avrebbero alcuna possibilità di accedere alle case popolari. Mi riferisco, ad esempio, agli anziani ultrasessantacinquenni, ai disabili, alle donne sole con figli a carico, ai malati terminali genitori separati o divorziati, giovani coppie: tutte situazioni importanti di cui la sinistra in dieci anni non si è mai occupata. La nostra riforma, al contrario, garantisce loro quelle risposte che attendono da anni.

Infine, circa l’ipotesi di sublocazione, è bene precisare che la Giunta varerà criteri molto stringenti. La sublocazione avverrà comunque previa autorizzazione delle Arte competenti e secondo un regolamento predisposto dalle Arte stesse, sentiti i sindacati. Il testo di legge prevede comunque, già oggi, limiti e requisiti ben precisi anche per il subconduttore. In particolare sull’Isee è richiesto che debba rientrare nei limiti della permanenza.

Detto questo, Paita ancora una volta è rimasta indietro. In questi giorni ci siamo confrontati con i cittadini e i vari comitati di quartiere: insieme stiamo apportando ulteriori modifiche migliorative al testo di legge anche sulla sublocazione perché il nostro obiettivo non è, come per la capogruppo del Pd, la campagna elettorale, ma è aiutare finalmente chi da troppi anni sta attendendo risposte concrete dalle istituzioni”.

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