Il 27 aprile 2017 è stato il giorno della storica sentenza in Tribunale a Imperia, attraverso la quale è stato assolto Felix Croft, il no border francese accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina per essere stato fermato al confine di Ventimiglia mentre tentava di trasportare in Francia una famiglia di migranti di origine sudanesi.
Lo stesso giorno, prima che il collegio dei giudici Russo, Lungaro, Aschero comunicasse la sentenza, alcuni parlamentari, tra cui Nicola Frantoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, Pippo Civati (Possibile) hanno presentato un‘interrogazione, rivolta al Ministro della giustizia, al Ministro dell’interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, relativa proprio al caso Croft.
All’interno dell’interrogazione Parlamentare presentata dagli esponenti di sinistra e di centrosinistra alla quale la Procura di Imperia dovrà relazionare in forma scritta, non mancano pesanti critiche nei confronti della richiesta di condanna chiesta dal Procuratore Capo Grazia Pradella, definita “sproporzionata e pesante” e “un tentativo esemplare di soffocare sul nascere ogni gesto solidale della società civile”.
ECCO IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE
I FIRMATARI: ANDREA MAESTRI, CIVATI, FRATOIANNI, AIRAUDO, BRIGNONE, COSTANTINO, DANIELE FARINA, FASSINA, GIANCARLO GIORDANO, GREGORI, MARCON, PELLEGRINO, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PASTORINO e PLACIDO.
“— Al Ministro della giustizia, al Ministro dell’interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale .
— Per sapere
– premesso che:
il 27 aprile 2017 è attesa la sentenza del processo al volontario francese, incensurato, Felix Croft, per il quale la procura di Imperia ha chiesto una pena di 3 anni e 4 mesi e una multa di 50 mila euro, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina: la stessa pesante imputazione che viene contestata ai trafficanti di esseri umani;
Croft è stato arrestato il 22 luglio 2016 dai carabinieri di Ventimiglia per aver tentato di passare la frontiera con a bordo della sua auto una famiglia di rifugiati proveniente dal Darfur in Sudan (una donna incinta con il marito, il fratello e due bimbi piccoli), la cui storia gli era stata segnalata come particolarmente dolorosa;
egli rischia, quindi, di essere condannato per un atto umanitario: un’ipotesi che costruirebbe un precedente allarmante, in contrasto con l’articolo 2 della Costituzione che richiede l’adempimento del dovere di solidarietà, e in violazione dell’articolo 1 della Convenzione di Ginevra e degli articoli 13 e 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo;
colpisce una richiesta di pena così severa da parte della procura di Imperia, soprattutto se si considera che, per il medesimo reato che in Francia chiamano «délit de solidarité», il tribunale di Nizza;
ha condannato a febbraio Cédric Herrou a una multa di 3 mila euro, con il beneficio della condizionale per aver favorito l’ingresso di 200 migranti privi di documenti, riconoscendo di fatto l’immunità penale che si applica agli atti umanitari;
ha chiesto 8 mesi con la condizionale e 2 anni di interdizione dalla Francia per l’italiana Francesca Peirotti per «aver favorito l’ingresso irregolare di otto migranti» (sentenza prevista 19 maggio);
a giudizio degli interroganti, la pesante e sproporzionata condanna richiesta per Croft, se confermata, apparirebbe come un tentativo esemplare di soffocare sul nascere ogni gesto solidale della società civile che sopperisce a un’Europa incapace di rispondere in modo strutturale e umanitario ad esseri umani in fuga da guerre o carestie. La condanna sarebbe anche consequenziale ai recenti provvedimenti approvati dal Governo sul contrasto all’immigrazione illegale e in materia di sicurezza delle città che ha aumentato il potere dei sindaci, normalizzando le delibere comunali che, con sempre maggiore frequenza normano sul territorio per silenziare le reazioni populiste e xenofobe di parte della cittadinanza, anziché intervenire per educare all’inclusione e alla solidarietà (esempio lampante è l’ordinanza del sindaco di Ventimiglia 129/2016 che, fin dall’11 agosto 2016, ha vietato la somministrazione di cibo e bevande alle persone migranti fuori delle strutture organizzate e che solo recentemente sembrerebbe essere stata revocata);
anche la direttiva europea 2002/90/EC, che stabilisce l’illegalità dell’aiutare un irregolare ad oltrepassare i confini europei, ammette una clausola umanitaria opzionale che tutelerebbe operatori e volontari: purtroppo, dando a ogni Stato la libera facoltà di applicarla, ognuno ne ha tratto adattamenti difformi o ne ha ignorato le disposizioni;
il Testo unico sull’immigrazione, articolo 12, comma 2, sancisce che: «Non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti di stranieri in condizioni di bisogno» –:
se non ritenga opportuno attivarsi con iniziative normative volte alla corretta trasposizione nell’ordinamento nazionale della clausola umanitaria relativa alla tutela degli operatori e volontari, contenuta nella direttiva europea 2002/90/EC. (4-16421)”.