6 Novembre 2024 00:23

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6 Novembre 2024 00:23

IMPERIA. SPACCIO DI COCAINA. CONDANNATO A DUE ANNI DI CARCERE E 6 MILA EURO DI MULTA. NEI GUAI ANCHE UN IMPERIESE DI 49 ANNI/ I DETTAGLI

In breve: Il giudice Alessia Ceccardi, in parziale accoglimento della richiesta del PM, ha riconosciuto all'uomo le attenuanti generiche data la sua incensuratezza e per aver riconosciuto il suo ruolo come marginale nell'ambito della banda.

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Imperia. Due anni di carcere (pena sospesa) e sei mila euro di multa. È questa la condanna comminata questa mattina nei confronti di Juba Besnik, cittadino albanese, indagato nel 2012 nell’ambito dell’importante operazione antidroga del nucleo operativo dei carabinieri denominata “Final Cut” nel comune di Pontedassio. Per l’uomo, difeso dall’avvocato Elena Pezzetta, il pubblico Ministero Alessandro Bogliolo ha chiesto 3 anni e 6 mila euro di multa oltre all’espulsione dal territorio italiano una volta scontata la pena. Il giudice Alessia Ceccardi, in parziale accoglimento della richiesta del PM, ha riconosciuto all’uomo le attenuanti generiche data la sua incensuratezza e per aver riconosciuto il suo ruolo come marginale nell’ambito della banda.

Dal canto suo, l’avvocato Pezzetta, ha definito il suo assistito come una “meteora” che ha chiesto ospitalità a un suo connazionale (Paja Ridman) che a sua volta sarà uno dei suoi accusatori. “Non è provato che il Juba partecipasse al micro spaccio. In concomitanza con la scadenza del visto trimestrale, Besnik è tornato in Albania. Non è dimostrato il ruolo di Juba all’interno dell’attività di spaccio. Chiedo perciò l’assoluzione perché il fatto non sussiste”.

Nella sua arringa, il PM Bogliolo, ha annunciato di aver intenzione di trasmettere alla Procura gli atti del processo al fine di imputare per falsa testimonianza uno dei consumatori, R.V. di 49 anni, che nel corso della sua deposizione avrebbe dichiarato di non aver comprato stupefacenti da Besnik e da altri due connazionali, versione smentita dal rapporto dei carabinieri di Imperia che lo hanno identificato poco dopo la cessione nei pressi dell’argine destro.

All’uomo, vista la condanna applicata, è stata revocata la condizione di latitanza.

 

 

 

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