“Prima ancora dell’inizio della discussione in Consiglio regionale sulla nuova legge in materia di case popolari l’assessore Scajola ha fatto già due clamorosi passi indietro. Per prima cosa ha tolto la sublocazione e cioè la possibilità per i residenti negli alloggi Erp di affittare una stanza anche a chi non avrebbe diritto a stare in questo tipo di appartamenti. Poi, sempre Scajola, le cui leggi vengono prontamente modificate dall’aula e giudicate incostituzionali, è tornato indietro anche sul numero di anni che servono a una famiglia per perdere il diritto alla permanenza in un alloggio, quando il proprio reddito aumenta – Scrivono i consiglieri regionali del Partito Democratico, Raffaella Paita e Giovanni Lunardon, con una nota stampa.
“Il centrosinistra, in passato, aveva escluso il conteggio del reddito dei figli che trovano lavoro per dieci anni; Scajola ha abbassato il limite a due anni (neppure consecutivi). Ora l’assessore ha aumentato il termine prima a 4 e poi a 5 anni. Ma, come dicono i comitati degli inquilini, non basta. Perché dopo quel termine si finisce in mezzo a una strada.
La nostra proposta, recependo le istanze di sindacati e comitati è invece di fissare il limite a 5 anni per tutti coloro che superano i parametri Isee, ma di portarlo a 10 per chi ha dei figli. Fatte salve questo modifiche (i saldi-Scajola) restano ancora molte norme assurde come quella che regola l’accesso alle case popolari.
D’ora in poi gli stranieri avranno bisogno di dieci anni di residenza per chiedere un alloggio, mentre ai liguri ne serviranno cinque. Ma non 5 anni di residenza in Liguria: cinque anni di residenza nell’ambito in cui si chiede la casa, e cioè in un territorio ristretto di quattro o cinque comuni. Cosi chi trova lavoro fuori da questo bacino deve aspettare 5 anni per avere una casa.
Questo provvedimento colpisce i liguri. Altro che prima gli italiani. Insomma questa legge Toti-Scajolaì, per motivi di propaganda spicciola, riduce la possibilità di accesso agli alloggi popolari, elimina i diritti, accentra tutto in capo ad Arte, vende i gioielli di proprietà pubblica e non prevede investimenti”.
“Il Pd – sottolineano i consiglieri regionali Raffaella Paita e Giovanni Lunardon – continuerà a lottare al fianco dei comitati e dei sindacati degli inquilini”.