“Un provvedimento inutile e dannoso e una grande occasione persa per mettere ordine alla situazione caotica in cui versa l’edilizia popolare ligure e a dare risposte ai cittadini alle prese, oggi più che mai, con una crisi economica e sociale senza precedenti – Così Andrea Melis, consigliere MoVimento 5 Stelle Liguria, dopo l’approvazione in Consiglio regionale della riforma sui criteri di assegnazione degli alloggi pubblici.
“Nonostante i passi avanti di ieri, grazie al nostro pressing, che ha convinto l’assessore Scajola a tornare sui propri passi sulla sublocazione e sugli sforamenti Isee, restano ancora tanti, troppi, nodi irrisolti nel Ddl 150 approvato oggi in Aula, con il voto contrario del MoVimento 5 Stelle. Se la Giunta Toti avesse voluto fare una vera riforma dell’edilizia residenziale pubblica, avrebbe dovuto fare prima luce sul ruolo delle ARTE regionali.
Oggi le Arte sono tenute a mantenere un equilibrio economico e ciò le spinge inevitabilmente a privilegiare clienti più agiati e sicuri pagatori, a scapito delle classi più disagiate a maggior rischio morosità. Ma è proprio a loro che un’edilizia popolare degna di questo nome dovrebbe rivolgersi.
Il Ddl 150, al contrario, mira unicamente a rimettere a posto i conti delle varie Arte liguri. Risultato? Un vero e proprio buco nell’acqua: vendere qualche immobile di pregio è poco più che una goccia nel mare che non contribuire a risanare in maniera significativa un bilancio in pieno rosso. Se le Arte liguri sono ridotte così male (in particolare Arte Genova) è anche grazie alla sciagurata cartolarizzazione dei beni che questa Giunta non ha voluto affrontare, bocciando la nostra richiesta di commissione d’inchiesta che avrebbe potuto aiutare a trovare un modello di governance migliore.
Ma, soprattutto, questo provvedimento non aumenta il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica di cui, invece, c’è un forte bisogno in questo momento di crisi. Nel Ddl si parla poi di accesso alle case residenziali dopo dieci anni di residenza, che si ottiene, però, con la regolarità del permesso di soggiorno. In questo modo si creerà un’inevitabile discriminazione tra cittadini comunitari ed extracomunitari, con potenziali profili di incostituzionalità e a rischio di una nuova, ennesima, impugnazione da Roma.
Una seria riforma dell’edilizia popolare deve necessariamente partire da una fotografia realistica dello stato socio-economico della Regione Liguria, sempre più schiacciato verso il basso. La vera sfida diventa rivedere i parametri Isee non solo per l’accesso, ma anche per la permanenza, attualmente altissimi e sproporzionati. Manca poi ancora una visiona nazionale unitaria per tutte le regioni. La Regione dovrebbe fare pressione sul Governo affinché si intervenga a livello nazionale con un percorso di revisione e supporto a livello complessivo.
Insomma, così com’è stato approvato, e al netto di qualche emendamento correttivo che siamo riusciti a far inserire, siamo ancora molto lontani da una vera riforma dell’edilizia popolare in grado di affrontare il vero nodo della questione: il gravissimo disagio socio-economico che attraversa la Liguria, per rispondere al quale oggi abbiamo perso una grande occasione”.