E’ iniziata alle prime ore di oggi l’operazione che ha portato i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Imperia a catturare tre persone residenti in provincia di Pavia, con la collaborazione dei militari del luogo.
I tre, destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Imperia, sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata a compiere reati contro il patrimonio.
Diciotto i furti che vengono loro contestati, commessi tra il settembre ed il dicembre dello scorso anno, racchiusi in nove “raid”:
- il tentato furto di un cambiamonete presso una tabaccheria di Camporosso, utilizzando un pick up rubato in zona l’11 settembre;
- un furto di attrezzi nelle pertinenze di un’abitazione in Camporosso il giorno 12;
- la “spaccata” ad una colonnina self service al distributore di Camporosso il 26 settembre, eseguito con un altro pick up rubato a Vallecrosia poco prima;
- il furto in una tabaccheria, qui colpendo il distributore automatico, a San Bartolomeo al Mare il 2 ottobre, usando un veicolo rubato a Diano Marina nella stessa notte;
- il tentato furto ad una colonnina self service a Taggia, utilizzando come “ariete” un furgone rubato in zona, il 3 ottobre;
- la “spaccata” in danno di un altro distributore, a Vallecrosia, con l’ennesimo veicolo rubato (stavolta alla Protezione Civile) il 9 ottobre;
- il tentativo di “spaccata” al distributore in Via Matteotti di Imperia, anche qui usando un veicolo rubato, il 10 ottobre;
- il furto di cambiamonete e slot machines in due bar di Albenga, commesso previo furto di un veicolo il 13 novembre;
- la tentata “spaccata” presso un distributore di Vado Ligure, usando come “ariete“ un fuoristrada rubato, il 19 dicembre 2016.
Un’indagine non semplice, che ha visto impegnati non solo i militari che hanno svolto le indagini ed eseguito le misure, ma tanti altri Carabinieri della provincia con i quali, visti i primi ”colpi”, si è ritenuto necessario eseguire una serie di servizi straordinari di controllo del territorio che, in taluni casi, hanno costretto i malviventi alla fuga, tanto da indurli a lasciare questa provincia per quella di Savona, dove hanno commesso gli ultimi fatti accennati per poi lasciare il ponente ligure definitivamente, proprio per la presenza più massiccia di servizi di controllo del territorio e contrasto mirato.
Parallelamente, i militari del Nucleo Investigativo di Imperia hanno esaminato ore ed ore di videoriprese dei sistemi di sorveglianza pubblici ed anche privati, fino a quando non sono riusciti a cogliere il “Trait d’Union”, da cui prende il nome l’operazione: gli associati, infatti, erano soliti precedere il veicolo rubato con un altro mezzo, ricorrente in alcuni episodi, risultato affittato in provincia di Pavia.
Il veicolo “pulito” veniva poi parcheggiato ad una certa distanza dagli obiettivi e poi raggiunto, con calma, dopo l’assalto o dopo l’intervento dei Carabinieri. Molto attenti e circospetti, gli autori adottavano ogni precauzione pur di non venire scoperti: nessun cellulare, cambio di vestiti, uno solo raggiungeva l’auto e recuperava gli altri in posti differenti, lunghi momenti di “osservazione” prima del colpo, proprio per evitare di essere scoperti ed intercettati.
Hanno persino acquistato un veicolo da dedicare esclusivamente ai furti, vista la sempre maggior frequenza di interventi dei Carabinieri.
Nonostante le condotte vanamente evasive, gli elementi raccolti hanno comunque portato all’identificazione dei personaggi e, oggi, all’esecuzione delle misure. Sono stati quindi associati al carcere di Pavia Luca Liberato (1984), con compiti precipui di autista e sfondamento degli ostacoli; Massimo Stella (1985), addetto alla logistica, al caricamento della refurtiva ed alla scelta degli obiettivi; Franco Liberato (1983), con il compito di forzatura degli accessi e furto dei veicoli. Tutti sono già noti alle forze dell’ordine.
La stabilità degli incarichi, perduranti nel tempo, la continuità e l’omogeneità nelle “operazioni”, la struttura organizzativa hanno consentito di inserire l’associazione per delinquere tra i capi d’imputazione.
Ed il Giudice per le Indagini Preliminari ha riconosciuto – come rilevato dai Carabinieri – che il gruppo si stava “evolvendo”; stavano infatti pianificando reati più gravi: rapine, furti in abitazione, furti in strutture sanitarie per anziani, desunti dall’esecuzione di mirati sopralluoghi al di fuori della normale zona di frequentazione dei sodali. I “piani” sono, grazie all’operazione di oggi, rimasti teoria.
GRAZIA PRADELLA
“I tre arresti, ladri di professione, venivano dalla provincia pavese, studiavano attentamento i loro obiettivi, ognuno con un proprio ruolo. In poco tempo sono riusciti a mettere a segno varie “spaccate”, furti pluriaggravati. Quello che sorprende è che si è trattato sempre di episodi devastanti, molto rumorosi, e che nessuno nel territorio abbia mai inteso segnalare qualcosa di anomalo, ma che si sia arrivati a queste persone attraverso un capillare lavoro investigativo, attraverso la visione delle immagini delle telecamere, le intercettazioni telefoniche e i servizi di appostamento. I tre si spostavano da una zona all’altra proprio per evitare di essere individuati”.
ANTONELLA POLITI
“Davvero una brillante operazione dei Carabinieri, perché il Nucleo Investigativo è riuscito a mettere insieme tante piccole tessere di un grande mosaico. L’operazione, che si chiama ‘Trait d’union’, si è basata su intercettazioni telefoniche, su servizi di osservazione, controllo e pedinamento e sulla visione delle telecamere di sorveglianza. In particolare le immagini delle telecamere hanno permesso di studiare alcuni aspetti dei malviventi, come ad esempio, l’abbigliamento, confrontandoli poi con le intercettazioni telefoniche. Tutti i furti sono stati commessi con le stesse modalità, ‘con spaccata’. In particolare attaccavano con una cinghia dei mezzi, preventivamente subati, alle colonnine cambia moneta e accetta moneta, abbattendole. Uno dei colpi è stato sventato grazie al pronto intervento dei Carabinieri, presenti sul posto in quanto l’indagine già in atto”.
PIER ENRICO BURRI, COLONNELLO CARABINIERI
“L’indagine si chiama trait d’union perché abbiamo dovuto basarci sugli elementi comuni riscontrati nei vari colpi commessi. Il primo elemento comune è che il mezzo rubato utilizzato per abbattere le colonnine era sempre preceduto da un veicolo staffetta. Veniva inoltre sempre utilizzata sempre una cinghia di quelle utilizzate nell’edilizia. Sono state decisive le immagini delle telecamere di sorveglianza, oltre alle intercettazioni telefoniche e al servizio di pedinamento e controllo. Le persone fermate sono tre. Sono state arrestate questa mattina. Sono residenti nel pavese, ma originari della Campania. Questa mattina i Carabinieri hanno fatto accesso alle abitazioni e eseguite le perquisizioni, impiegando unità cinofile. Sono stati rinvenute pistole scacciacani. E’ stato riconosciuto che queste persone satavano salendo di livello, progettando reati più gravi per i quali avevano già fatto dei sopralluoghi mirati. L’azione tempestiva delle misure emesse dall’autorità giudiziaria, ha permesso di stopparle”.
“Abbiamo scoperto che questa banda si muoveva nell’imperiese e nel savonese. Utilizzavano un veicolo pulito per il trasporto e il recupero dei complici, poi in loco rubavano un secondo veicolo che utilizzavano come ariete per sfondare gli obiettivi. E’ stato non semplice trovarli, fondamentali sistemi di sorveglianza pubblici e privati. Abbiamo predisposto una serie di servizi straordinari sul territorio per far fronte a questa minaccia, tanto che alcuni colpi sono stati solo tentati in quanto i malviventi messi in fuga dalle forze dell’ordine. Colonnine cambiamonete, cambiamonete dei bar, furto in tabaccheria e furto in alcune pertinenze di abitazioni. Una banda itinerante, residente nel pavese”.
VIDEO DEI FURTI
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