Si è svolto questo pomeriggio, lunedì 5 giugno, un presidio in piazza De Amicis per manifestare solidarietà ai 31 no border a processo presso il tribunale di Imperia con l’accusa di occupazione abusiva degli scogli dei Balzi Rossi. L’udienza filtro, tenutasi questa mattina, si è conclusa con il rinvio al 19 febbraio 2018.
Al fine di manifestare la propria vicinanza a coloro che sono a processo, il Presidio Permanente No Borders si è dato appuntamento in piazza De Amicis facendo informazione e distribuendo volantini sull’argomento.
Ecco l’elenco dei 31 no borders a processo: Angrisani Deborah, Balestra Elodie, Balestra Gianni, Becchetti Francesca, Biamonti Paolo, Bragetti Davide, Briguccia Elisa, Calvieri Teresa, Campagnolo Rafael, Ceccarini Desiree, Fiscato Giulia, Fornari Marco, Franchi Martina, Giuntini Marco, Gregorutti Anna, Lava Emanuela, Mascheroni Jacopo, Mazzia Gugliemo, Mengacci Anselmo, Napoli Caterina, Pastucci Nazario, Pavone Tiziana, Peirotti Francesca, Pezzera Sara, Polimenti Pasquale, Rosa Felice, Rossetti Riccardo, Rosso Maria Laura, Sasso Alexander, Viale Lorenzo, Jaralla Sara.
RESISTERE DAGLI SCOGLI CONTRO OGNI FRONTIERA
La solidarietà a processo
Il 5 Giugno al tribunale di Imperia si apre il processo contro 31 solidali presenti nell’estate 2015 al confine italo-francese di Ventimiglia.
Da metà giugno a fine settembre per più di 100 giorni, centinaia di migranti e solidali resistettero dagli scogli dei Balzi Rossi alla violenza della frontiera: costruendo in questo luogo un campo autogestito, luogo di transito per centinaia di persone in viaggio, continuando la protesta iniziata dal rifiuto a tornare indietro dei migranti bloccati (” We are not going back”).
Solidali da tutta Europa accorsero a sostenere la lotta delle persone in viaggio e per alcuni di questi si apre oggi un processo che li vede accusati di occupazione e violenza privata.
Ridurre l’esperienza del presidio permanente No Borders di Ventimiglia a dei semplici reati contro l’ordine pubblico e marchiare una trentina di europei come i “no borders”, cercando in questo modo di rimuovere il protagonismo migrante dai fatti di quei giorni, serve a chiudere ulteriormente gli spazi di solidarietà e autorganizzazione.
La criminalizzazione dei solidali vuole, va detto in tutta la sua crudezza, dividere bianchi e neri e nascondere ciò che accade al confine. Detenzioni, deportazioni e violenze contro i/le migranti proseguono quotidianamente e la repressione dei solidali è solo uno dei volti del confine.
Cosa succede a Ventimiglia (a altrove )
Ventimiglia si trova sulla rotta che migliaia di migranti percorrono dal sud Italia per raggiungere il nord Europa. A volte la meta é già decisa, altre volte chi raggiunge l’Europa in cerca di pace, lavoro, libertà non ha ancora deciso dove andare.
Difficilmente troverà ciò che si aspettava e la ricerca di un po’ di tranquillità durerà molti mesi, se non anni, tra campi informali, centri di accoglienza e di detenzione. Dal settembre 2015 i campi informali vengono sgomberati con la forza e dal maggio 2016 comincia la politica delle deportazioni. Il problema è la frontiera.
Presidio Permanente No Borders
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