27 Dicembre 2024 23:37

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PROCESSO “LA SVOLTA” – USURA E TASSI DI INTERESSE A 5000 EURO AL MESE. Vincenzo Marcianò: “Guarda che mio padre tu lo vedi bravo, però è un figlio di puttana. Ora ti dice: io il lavoro te l’ho fatto”

PROCESSO LA SVOLTA  (203)Prosegue la deposizione del Maresciallo Camplese nell’ambito del processo anti – ‘ndrangheta  denominato “La Svolta” e il nuovo argomento portato nell’aula di Tribunale è quello delle attività usuraie che si ritrovano persino nell’operazione precedente Spi.Ga.

Questa ipotesi di delitto – riprende a spiegare il Maresciallo – nasce dall’operazione Spi.Ga. nel corso delle intercettazioni attuate nei confronti di Spirlì Filippo, scaturita da un episodio di usura e poi sviluppato con in aggiunta anche delle altre ipotesi di spaccio. Dalle intercettazioni è risultato che il 6 marzo 2010 era stata presta una somma di denaro pari a 20.000 euro a D’Ambra Alessandro proprietario di una grossa ditta di pulizie nel milanese e nipote di D’Ambra Salvatore, detto Salvino, che è la persona cui si era rivolto l’imprenditore per questa necessità quindi l’intermediario con i Marcianò. I prestiti avevano poi un tasso di interesse mensile di circa 5000 euro ogni 30 giorni”.

Questa circostanza del prestito era emersa tra Spirlì Filippo, detto Baiocco, e Marcianò Vincenzo ’77 in una delle conversazioni intercettate. Si fa riferimento alla ditta di pulizie di Milano e persino alla data di scadenza del prestito ossia il 12 maggio. Si fa anche riferimento a un assegno, Marcianò Vincenzo specifica a Filippo Spirlì: ‘No, gli dico 27/No di più non lo puoi scannare/ e beh mi devono arrivare 1000 euro a me!/Ti regalo 1000 euro…ti regalo…/ 500 euro me li regali?/no..e come non te li regalo?’. La conversazione poi cambia e Spirlì dichiara:’No, che cazzo me ne fotte, c’è tuo papà, quale assegno!/No ma l’assegno pigliatelo Filippo, l’assegno te lo pigli lo stesso”.

“Il 2 marzo poi Spirlì Filippo e Vincenzo Marcianò si incontrano – dichiara Camplese – e Vincenzo Marcianò ricorda a Filippo di un altro prestito avvenuto in precedenza: “C’è quello di Sanremo del casinò, l’altra volta glieli ha dati e non so neanche io quanto gli ha dato, 100.000 euro mi pare, gli ha ridato 175 a quattro mesi eh…ne aveva bisogno…”. Il 6 marzo viene prima notata la presenza di Spirlì a casa sua e poi arriva anche Vincenzo Marcianò. Dopo poco escono due uomini riconosciuti in D’Ambra Salvatore, Salvino, e D’Ambra Alessandro seguiti, alcuni minuti dopo da Spirlì e Marcianò”.

In questo contesto D’Ambra Alessandro viene visto consegnare dei contanti a Marcianò Vincenzo, classe ’77 – prosegue il Maresciallo –  A maggio, dalle 9.15  in poi sono intercorse tre intercettazioni tra Alessandro e Salvatore D’Ambra. Subito dopo interccorre una conversazione tra Marcianò Giuseppe, Vincenzo ’77, tale Piero e un uomo sconosciuto: “Pomeriggio verso le quattro…a verso le tre le quattro già? Va bene…va bene..bravo Salvo…ciao”. Più tardi, alle 9.57 c’è un’altra conversazione che Vincenzo chiude dicendo: “Meno male… ci doveva 25.000 euro a Filippo…arrivava domani sera… e adesso è in galera…meno male“.

Da altre telefonate poi si comprende che Gallotta Giuseppe, Marcianò Giuseppe e Marcianò Vincenzo sono in auto e parlano con tale Salvo, “Salvino”, stavano aspettando un’altra persona al casello di Bordighera nel giorno in cui si dovevano restituire i soldi prestati. “Mi piace sto ragazzo vedi che è arrivato giusto e preciso un giorno prima?”dichiara intercettato Vincenzino.

Dalle intercettazioni si sente infatti Vincenzo Marcianò, ’77, che dice poi a Gallotta: “Perchè..guarda che mio padre è un figlio di puttana, tu lo vedi bravo bravo però è un figlio di  puttana...ora fa passare un mese, due poi gli dice mi servono 50…poi gli da…inc..(ride)…minchia tu a mio padre non lo conosci, mio padre è un figlio di puttana dice: io il lavoro te l’ho fatto, ora mi servono a me…”

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