Il 24 ottobre sarà un giornata chiave per l’affaire porto turistico, in quanto le Sezioni Unite della Cassazione si pronunceranno sulla natura giuridica delle societá che, titolari di concessioni, realizzano opere pubbliche. Categoria di cui fa parte anche la Porto di Imperia SPA. Società pubblica o società privata? L’ultima sentenza in ordine di tempo risale al 21 settembre 2012, quando la Cassazione, rigettando il ricorso dei legali di Francesco Bellavista Caltagirone che ne chiedevano la scarcerazione, definì la Porto di Imperia Spa una società pubblica (“In definitiva, la Porto di Imperia Spa, società partecipata dal Comune di Imperia e concessionaria di opera pubblica su area demaniale costituisce ente pubblico ai fini dell’applicazione dell’aggravante di cui all’art. 640, comma 2, c.p.”).
Se le Sezioni Unite confermassero la natura pubblica della società incaricata della gestione dello scalo turistico imperiese, si potrebbero ulteriormente aggravare le posizioni di Francesco Bellavista Caltagirone e di tutti i soggetti imputati nel processo per truffa aggravata ai danni dello Stato in corso di svolgimento a Torino e, più in generale, di tutti i soggetti coinvolti nelle inchieste sul porto turistico di Imperia, in caso contrario il castello accusatorio e molte delle inchieste in corso potrebbero essere in parte riviste.
Dal pronunciamento delle Sezioni Unite della Cassazione dipende anche l’esito della richiesta di sequestro cautelativomdei beni alla società romana Acquamare, titolare del 33% delle quote azionarie della Porto di Imperia Spa e incaricata della realizzazione del porto turistico di Imperia. Il sequestro, chiesto dal Pubblico Ministero Maria Antonia Di Lazzaro, era stato respinto prima dal gip Ottavio Colamartino e successivamente dai giudici del Tribunale di Imperia (Domenico Varalli, Marina Aicardi e Enrica Drago).
Mattia Mangraviti