Espulso dalla Questura di Imperia perché senza lavoro e con precedenti penali, vince il ricorso al Tar e potrà restare in Italia. Il motivo? Risulta sposato con una donna italiana. E’ la storia di H.S., tunisino, cui la Questura aveva negato il permesso di soggiorno “a motivo del fatto che lo straniero, sebbene regolarmente soggiornante sul territorio nazionale dal 2008, non avrebbe dimostrato la disponibilità di mezzi legittimi di sostentamento, e che a suo carico sarebbero emersi numerosi procedimenti penali”.
Il TAR ha accolto il ricoros in quanto “il provvedimento impugnato sostiene che il ricorrente non avrebbe documentato alcun legame familiare in Italia”, mentre al contrario “risulterebbe invece avere contratto matrimonio, in data 18.12.2008, con la cittadina italiana D.F., con la quale dichiara di convivere”.
Nel dettaglio, i giudici nella sentenza fanno riferimento all’art. 19 comma 2 lett. c) del D. Lgs. n. 286/1998, in base al quale “non è consentita l’espulsione, salvo che nei casi previsti dall’articolo 13, comma 1, per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, nei confronti degli stranieri conviventi con parenti entro il secondo grado o con il coniuge, di nazionalità italiana”.