“E’ sempre più in balia degli eventi la situazione sanitaria per la provincia di Imperia. A denunciarlo è la CGIL che, già da tempo ha chiesto ai vertici dell’ASL e alla Regione di illustrare il progetto di privatizzazione sull’ospedale di Bordighera – A scriverlo è il Segretario Generale della CGIL-FP di Imperia, Tiziano Tomatis, in merito della privatizzazione dell’ospedale di Bordighera e della riorganizzazione delle sale operatorie di Imperia e San Remo.
“Per la CGIL questa è un mero proclama per prendere tempo, infatti al di là delle risposte confuse e non esaurienti su cosa sarà gestito dai privati, su cosa resterà al pubblico e su come sarà organizzata il nuovo “sistema sanitario”, null’altro è stato fatto, anzi nel tempo si è ulteriormente depotenziato il sistema sanitario.
Mancano infermieri, OSS e Medici e questo è un dato inconfutabile, manca inoltre una vera ed efficace organizzazione del lavoro, interi servizi vengono gestiti da infermieri e OSS ai quali vengono assegnate attività anche al di fuori delle proprie competenze professionali inducendo deprofessionalità e demansionamento con conseguente inefficienza verso l’assistito.
Ma, piuttosto di affrontare queste particolari ed importantissime situazioni che restano il tema cogente per un servizio sanitario al cittadino, l’ASL cosa fa? Invece di intervenire a sanare la grave situazione dei servizi in difficoltà, decide di mettere in campo un progetto di riorganizzazione delle Sale Operatorie provocando fin da subito, delle inefficienze anche in un servizio che non era in situazione critica.
Nonostante il mancato accordo con i Sindacati sull’applicazione del progetto, l’ASL decide ugualmente di iniziare nel mese di maggio ma, non essendoci le condizioni necessarie all’avvio, fin da subito si sono manifestati seri problemi a carico dei cittadini, infatti dall’inizio del fatidico progetto si è entrati nel caos più totale, dimostrabile dai numerosi interventi che sono stati sospesi e rinviati.
Ad oggi il dato continua a salire, e a questo si deve aggiungere la confusione degli operatori che si ritrovano a fare orari diversi nello stesso giorno o ritrovarsi con personale non adeguatamente formato in turno impedendogli quindi di svolgere il proprio lavoro in condizioni ottimali e in sicurezza verso il cittadino utente.
Ma da quanto si legge sui giornali si lascia ad intendere che questa gravissima inefficienza sia da attribuire alle malattie e alla ferie degli operatori, definendo il fenomeno come una “pandemia”.
Il cittadino ha il diritto ad avere informazioni chiare e veritiere e la Pubblica Amministrazione ha il dovere di adempiere anche in questo, non è, né etico né responsabile, scaricare la colpa di un fallimento o di una scelta azzardata sulle spalle di chi, fino oggi, ha invece sopperito a tutte le evidenti carenze ed ha eseguito tutte le direttive aziendali, e lo dimostra il fatto che tutto questo disagio non è mai stato registrato prima dell’avvio del progetto.
Di contro l‘apertura notturna della Sala Operatoria avrebbe invece un senso, ma, solo se ci fossero le condizioni per garantire lo stesso servizio che si offre durante la giornata. Per ottenere questo risultato però, ci dovrebbe essere un numero sufficiente e preparato di operatori, diversamente si otterrà soltanto un collasso dell’intero sistema anche, di quello che prima funzionava benissimo.
Le condizioni che hanno generato l’inefficienza della Sala Operatoria sono esclusivamente legate alla riorganizzazione messa in atto, ciò è desumibile dal fatto che, ampliando “virtualmente” l’apertura del servizio, si è determinata una carenza di personale nelle ore diurne e che, inevitabilmente, ha generato l’impossibilità di affrontare le sedute operatorie programmate.
La CGIL esige chiarezza dalla Pubblica Amministrazione, soprattutto sul tema della salute, principio costituzionalmente garantito, basta con proclami inefficaci e improduttivi, nonché da, dannose riorganizzazioni al solo fine di rappresentare una utopistica miglioria.
E’ necessario invece, adempiere ad una corretta misurazione con conseguente valutazione delle azioni che si intendono attuare con l’unico obiettivo di elargire un servizio più efficiente al cittadino.
E’ lo Stato e i suoi organi periferici (Regione e ASL) a dover tutelare e garantire il giusto funzionamento degli uffici pubblici al cittadino e tali azioni devono essere condotti secondo i principi della Responsabilità, della legalità, dell’imparzialità e del buon andamento (Costituzione Italiana)
La CGIL smentisce quindi, le dichiarazioni dell’ASL e ribatte con forza sul fatto che le condizioni di disagio per l’utente sono esclusivamente frutto di una riorganizzazione inefficace, improduttiva e anche in palese contrasto con il Contratto di lavoro”.