Nuova udienza questa mattina in Tribunale a Imperia del processo che vede sul banco degli imputati il sindaco Giacomo Chiappori con l’accusa di tentato abuso d’ufficio per le presunti pressioni su un agente di Polizia Municipale allo scopo di annullare una multa da 160 euro comminata al titolare del caffè Teatro di via Cairoli per via di alcune irregolarità del dehor.
Questa mattina in aula sono sfilati vari testimoni, tra cui l’agente di Polizia Municipale Vincenzo Ferro, l’allora vice comandante della Polizia Municipale Francesco Parrella (oggi comandante ad Alassio), l’attuale comandante Daniela Bozzano, la funzionaria del Comune di Diano Marina Elisabetta Armenise, che si occupò della pratica per il rilascio della concessione annuale al Caffè Teatro, e Michele Iannuzzi, titolare, insieme alla moglie, del Caffè Teatro.
VINCENZO FERRO
“Ci occupammo di controllare eventuali violazioni in materia di normative sul suolo pubblico per quel che concerne gli esercizi commerciali. Ricordo l’incontro con il Sindaco Chiappori, ci chiese di sospendere i controlli. In quel periodo il Comune era una polveriera, si erano formate delle fazioni all’interno del Comando di Polizia Municipale. Qualcuno manovrava le cose a Diano Marina. Io mi sentivo isolato rispetto ai colleghi”.
FRANCESCO PARRELLA
“Si svolgevano controlli di routine sia sulle licenze per la somministrazione di alimenti e bevande, sia sulle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico. L’attività prese il via nel mese di marzo, a seguito di alcune segnalazioni. Ricordo che a inizio maggio mi riferirono che una pattuglia della Polizia Municipale venne fermata dal Sindaco e dal Vicesindaco. Gli venne chiesto di fermare l’attività di controllo sulle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico. In particolare gli venne chiesto di astenersi da qualsivoglia attività di controllo se non preventivamente pianificata. Quando mi venne comunicata questa nuova direttiva, feci presente che come Comando stavamo applicando la legge e che l’amministrazione era stata avvisata dei controlli che, comunque, erano ormai terminati, tanto che la settimana successiva presentai la relazioni finale. Successivamente non vennero più fatti controlli di iniziativa. Lamentele da parte dei commercianti? Non ne ricordo nessuna.
Bar Roma? Venne elevato un verbale. Ricordo che il Sindaco mi chiede notizie a riguardo. Il bar era gestito dall’allora consigliere di opposizione (prima ancora assessore, con la giunta Basso, ndr) Manduca. Il controllo sul Bar Roma venne eseguito da Franco Mistretta”.
“Il Caffè teatro aveva un’autorizzazione stagionale di 10 mesi e chiese di poterla ampliare a 12, ovvero anche al mese di gennaio e febbraio, poi oggetto dei controlli. L’istanza per il rilascio della concessione annuale venne presentata il 26 gennaio, il 30 dello stesso mese io avviai il procedimento. L’agente Goina effettuò un controllo il 7 febbraio e verificò che il dehor era ancora presente e non smontato, come invece previsto dalla legge, per questo elevò una sanzione, notificata poi il 13 febbraio. Il rilascio della concessione annuale, valida anche per i mesi di gennaio e febbraio, avvenne il 14 marzo”.
DANIELE BOZZANO
“I gestori del bar Caffè Teatro presentarono una richiesta per la trasformazione della concessione da stagionale ad annuale, poi rilasciata il 14 marzo. Gli uffici del Comune avviarono la pratica, il 30 gennaio, dopo l’istanza del 26. Il 7 febbraio vi fu, come da prassi, ogni qualvolta viene avanzata una richiesta di concessione, il controllo della Polizia Municipale. Il 14 febbraio venne notificata la multa ai gestori.
Ricordo che un giorno il Sindaco Chiappori mi disse: ‘Ma è possibile che un vigile possa fare una contravvenzione a una persona che aveva tutte le autorizzazioni?’. Io gli risposi che era impossibile e gli dissi di chiedere direttamente al vigile per avere chiarimento. Fu però una domanda generica, senza alcun riferimento al Caffè Teatro o all’agente Goina.
Ci fu poi un episodio, a fine marzo. Un commerciante francese, che aveva un negozio di abbigliamento adiacente al ristorante Portofino in via Canepa, posizionava stendini abusivi davanti al locale provocando disagio al ristoratore e ai suoi clienti. Per questo motivo il ristoratore si recò in Comune, dove incontrò il vicesindaco, spiegandogli il problema. Za Garibaldi ne parlò a sua volta con me. Gli dissi di dare il mio numero al ristorante per eventuali segnalazioni. Mi chiamò dopo qualche giorno e io mandai una pattuglia in via Canepa. Gli agenti multarono il commerciante per gli stendini. Su invito di quest’ultimo controllarono anche il ristorante, scoprendo alcune irregolarità che portarono a una sanzione anche a carico del ristoratore.
A me pressioni non ne ha mai fatte nessuno. Ci fu solo questo episodio, nel quale avviai un controllo di iniziativa per risolvere una situazione di tensione.
Bar Roma? Certamente i controlli non furono una mia iniziativa. Manduca mi ha fatto molto male quando era assessore. Me ne guardavo bene vista la situazione. Le direttive dell’amministrazione, infatti, erano quelle di effettuare controlli sull’edilizia, sull’ambiente, sulle frazioni e sul transito dei mezzi pesanti. I controlli sui suoli pubblici, dunque, venivano fatti tramite azioni ombra.
Parrella? Dava ordini a mia insaputa. Io davo un ordine di servizio e gli agenti del Comando ne eseguivano altri, su ordine di Parrella”.
MICHELE IANNUZZI
“Ai tempi dei fatti io e mio marito eravamo i titolari del Caffè Teatro. Ricordo che venne un vigile, Goina. Fece un controllo, noi avevamo da poco presentato domanda per la trasformazione della concessione, da stagionale ad annuale, da 10 a 12 mesi. Qualche giorno dopo Goina tornò con il verbale. Dopo la multa mi recai all’ufficio commercio per chiedere spiegazioni. Parlai anche con i vigili, con Francesco Parrella, mi disse che non si poteva fare nulla. Io sapevo che fare ricorso era inutile, anche per una questione economica. Mi recai poi dal Sindaco, gli mostrai il verbale e lui mi disse che avrebbe chiesto chiarimenti sulla vicenda. Non l’ho mai più sentito. Lo vidi dopo aver pagato la multa, per altro il doppio perché in ritardo di un giorno, mi disse che non si era potuto fare nulla”.