E’ una storia drammaticamente attuale quella che vede sfortunato protagonista Gianfranco Tagnese, 52 anni, dipendente della Teknoservice, l’azienda incaricata della gestione della raccolta rifiuti nel comune di Imperia. Il calvario di Tagnese inizia alcuni anni fa quando, allora dipendente della Tradeco, il 52enne, assunto come caposervizio, viene improvvisamente demansionato, obbligato a guidare i camion della nettezza urbana e a svuotare i cassonetti.
Un lavoro che, oltre a essere diverso da quello previsto dal contratto di lavoro, logora nel fisico Tagnese, tanto da costringerlo a ricorrere a infiltrazioni cortisone e periodi forzati di mutua per forti dolori alla schiena.
Il 52enne si rivolge così all’avvocato Massimo Lovese del foro di Imperia per vedere riconosciuti i propri diritti. Con il passaggio alla Teknoservice la situazione non cambia e, anzi, dopo il ricorso d’urgenza in Tribunale, peggiora ulteriormente con l’assegnazione di un nuovo incarico che il legale di Tagnese non esita a definire “umiliante“.
“Il mio assistito già durante la gestione Tradeco invece di svolgere le sue mansioni, ovvero capo servizio per la raccolta differenziata, così come indicato anche nel contratto di assunzione, venne incaricato di guidare i camion e di svuotare i cassonetti. Un comportamento incomprensibile da parte dell’azienda, tanto che all’epoca abbiamo avevamo intenato una causa, ancora in essere, perché venisse dimostrato il demansionamento e accertato il danno patito da Tagnese.
Una situazione, quella vissuta dal mio assistito con la Tradeco, che purtroppo si è nuovamente ripetuta con il passaggio del servizio alla Teknoservice. Con la nuova azienda, però, c’è stato un aggravarsi della situazione, in quanto Tagnese ha iniziato ad accusare gravi problemi alla schiena, causati dagli sforzi fisici. Condizioni di salute precarie che lo hanno costretto a infiltrazioni di cortisone e a periodi di mutua cadenzati nel tempo.
Abbiamo così deciso di presentare un ricordo d’urgenza al Tribunale di Imperia perché Tagnese venisse adibito alle mansioni per le quali è stato assunto, come da contratto. Il Tribunale, dott. De Martino, nello scorso mese di gennaio ha accolto il ricorso e ordinato a Teknoservice di accogliere le nostre richieste.
Purtroppo, però, dopo che la Teknoservice si è vista notificare il provvedimento del Tribunale, anziché assegnare Tagnese alle sue mansioni, lo ha trasferito in un piazzale sull’Argine Destro, in una zona per altro piuttosto degradata, con il solo compito di distribuire le chiavi di un cancello agli operatori che arrivano sul posto con i camion della nettezza urbana. In pratica, non ha alcun tipo di incarico.
Io ho immediatamente segnalato la mancata ottemperenza del provvedimento del Tribunale alla Teknoservice e ho inviato una Pec anche al Comune di Imperia. Con la città che abbiamo, infatti, certamente non linda e pulita, non credo che l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti possa permettersi di tenere un capo servizio, che ha uno stipendio di 55 mila euro all’anno, a far nulla tutto il giorno. E’ uno spreco di denaro pubblico ingiustificato. Purtroppo tutte le mie segnalazioni sono rimaste lettera morta. Nè la Teknoservice, nè tantomeno il Comune mi hanno mai risposto.
L’unica novità in ordine di tempo è datata settimana scorsa. Dopo i controlli dell’ispettorato del lavoro dell’Asl nella sede della Teknoservice in via Argine Destro, Tagnese è stato nuovamente trasferito, questa volta negli spogliatoi, con vista sui bagni, sempre con il solo compito di consegnare le chiavi del cancello agli operatori. Si tratta di un posto di lavoro umiliante.
A questo punto riteniamo che vi siano tutti gli estremi per intentare una causa per mobbing alla Teknoservice. Ci riserviamo di agire in breve tempo se le cose non cambieranno. Nel frattempo, metteremo in mano agli ufficiali giudiziari il provvedimento del Tribunale, con la speranza che lo facciano rispettare”.