22 Novembre 2024 16:43

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22 Novembre 2024 16:43

IMPERIA. 34ENNE PERDE UNA GAMBA PER UNA DIAGNOSI ERRATA. IN AULA LO STRAZIO DELLA MAMMA: “DOVETTI AUTORIZZARE L’AMPUTAZIONE, FU TERRIBILE”/L’UDIENZA

In breve: Nuova udienza in Tribunale a Imperia del processo che vede sul banco degli imputati due medici dell’ospedale di Imperia

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Nuova udienza in Tribunale a Imperia del processo che vede sul banco degli imputati due medici dell’ospedale di Imperia, S.F., difeso dall’avvocato Emilio Varaldo, e A.C., dermatologa, difesa dall’avvocato Maurizio Temesio, accusati di lesioni colpose. Vittima un 34enne (all’epoca dei fatti 28enne) che nel 2011 subì l’amputazione della gamba sinistra all’Ospedale Santa Corona per via di una fascite necrotizzante che, all’Ospedale di Imperia, venne invece diagnostica come cellulite infettiva.

Questa mattina in aula ha testimoniato la madre del 34enne, che a stento è riuscita a contenere le lacrime durante il racconto di quei tragici momenti. 

“Tutto è iniziato con una piccola pallina sottocutanea. Io pensavo fosse una piccola ciste. Da lì è iniziato il nostro calvario. Dopo varie visite ricoveri al Pronto Soccorso, mio figlio venne ricoverato all’Ospedale di Imperia, nel reparto di Medicina. Aveva la gamba color nocciola e la situazione continuava a peggiorare sempre di più. Mordeva il cuscino dal dolore. Io così tanto dolore nella mia vita non l’avevo mai visto. Chiesi più volte ai medici di mandarci a casa se non sapevano bene di cosa si trattasse. Loro mi rispondevano sempre che l’antibiotico doveva fare effetto.

Successivamente venne trasferito all’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure per una consulenza da un chirurgo plastico. Ricordo che mio figliò entrò nell’ambulatorio. Quando uscì, il verdetto fu drammatico. Ricordo quelle parole come se fosse oggi. ‘Suo figlio ha una fascite necrotizzante, è a rischio vita, dobbiamo operarlo’. Passò una notte d’inferno, lamentandosi per il dolore, andando avanti a morfina. La mattina seguente venne operato e portato in rianimazione. Rimase per 50 giorni in coma farmacologico e ogni giorno mi sentivo dire che rischiava la vita”.

Successivamente è toccato alla fidanzata del 34enne testimoniare.

“All’inizio ci accorgemmo di una pallina sottocutanea. Cercai di prenotare un’ecografia, l’unico posto disponibile era Imperia. Dagli esami emerse un’infezione, cui fece seguito una terapia antibiotica. La febbre iniziò a salire e così decidemmo di andare al Pronto Soccorso. Dopo la visita tornammo a casa la sera, per poi fare ritorno in Ospedale la mattina seguente. Il mio fidanzato venne ricoverato in astanteria e, dopo la visita dermatologica, nel reparto di medicina. Purtroppo il dolore continuò ad aumentare sempre di più. I medici dell’Ospedale di Imperia optarono per una consulenza al Santa Corona. Scoprimmo così che si trattava di una fascite necrotizzante e la vita del mio compagno era a rischio. La sua vita prima della malattia? Era sempre stato bene, faceva tanto sport. Ora fa una vita limitata”.

Successivamente sono stati sentiti due medici dell’ospedale di Imperia, tra cui un infettivologo. Nell’udienza precedente , aveva testimoniato il 34enne, raccontando il proprio calvario,

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