Gentile Imperiapost sono Paolo Maisano, privato cittadino di Imperia che da 25 anni gestisce un’attività commerciale alla Marina di Porto Maurizio, il bar-gelateria “Pinotto”.
Non faccio attivitò politica, non sono iscritto ad alcun partito e, come chi mi conosce sa, mi tengo lontano da qualsiasi esibizionismo e sensazionalismo,ma non posso non denunciare un fatto grave che mi è capitato in questi giorni e che ancora non si è risolto.E mi assumo la completa responsabilità di ciò che dico.
Il comune di Imperia ha deciso di svolgere opere di nuova pavimentazione davanti al mio bar alla Marina e mi è stato detto dai tecnici dell’impresa che ha in appalto i lavori che, a causa di questi lavori ,la veranda del bar è a rischio cedimento e andrebbe puntellata.
Non solo,ma dovrebbe essere smontata (cosa impossibile perchè oltretutto rimarrebbe aperta e piena di attrezzature che non posso spostare) oppure si dovrebbero eseguire lavori di rinforzo, da eliminare alla fine dei lavori.
L’impresa mi dice che l’appalto del Comune non comprende queste misure di sicurezza e quindi mi devo fare carico io dei costi,che mi indicano in 3/4 mila euro.Non solo,ma condizionano l’avvio dei lavori al fatto che io sia disposto a firmare una manleva su eventuali danni alle vetrate.
Mi rivolgo al vicesindaco ingegner Zagarella quale responsabile e coordinatore dei lavori,che mi dice in modo informale che i lavori di puntellamento della mia veranda non sono previsti dal capitolato e dovranno essere pagati da me e che devo firmare la manleva se non voglio smontare la struttura.
A questo punto non mi rimane che rivolgermi a un legale che diffida il comune e l’impresa dal non fare i lavori in modo corretto,senza danni e a spese del comune stesso.
Due giorni dopo ,il 27 febbraio,al mattino, ricevo una telefonata del vicesindaco Zagarella che in modo stizzito mi dice che,visto che non collaboro,provvederà a fare esguire a mio carico controlli,per verificare permessi,autorizzazioni che riguardano la mia attività.
Dice che ordinerà all’impresa di lavorare a mezzo metro dal mio bar in modo da ritardare il più possibile il mio ritorno al lavoro e che il rapporto amichevole fino ad oggi intrattenuto cambierà completamente e che se io mi diverto a spendere i soldi per l’avvocato sono affari miei e che me ne pentirò.
Rimango basito e sconcertato.
Per le minacce,per il tono paternalistico e autoritario, per l’essere trattato da suddito che deve sempre e comunque dire di si,stare buono e non rompere le scatole.
Ho una famiglia numerosa e traiamo sostentamento da questa attività e le minacce al funzionamento dell’attività sono minacce al futuro e alla qualità della vita mia e dei miei figli, che mi è toccato ascoltare dai vertici delle istituzioni cittadine.
Ovviamente non intendo inchinarmi e mi difenderò in tutte le sedi possibili, ma volevo rendere noto ai miei concittadini a che punto arriva,nonostante tutto e ancora oggi,l’arroganza di chi ha potere decisionale in città.
Grazie
Paolo Maisano.