E’ morto a Roma all’età di 84 anni, Paolo Villaggio. Da alcuni giorni era ricoverato alla clinica Paideia. Attore di cinema e teatro, scrittore, sceneggiatore e musicista, noto al grande pubblico soprattutto per la creazione e l’interpretazione al cinema (con la regia di Luciano Salce) del celebre personaggio di “Fantozzi”, Villaggio è stato più volte a Imperia.
Nel 2004 prese parte a uno spettacolo in Calata Anselmi organizzato da Assonautica nell’ambito delle Vele d’Epoca, nel 2005 tenne un corso al Dams, mentre nel 2011 venne insignito del premio Grock al Teatro Cavour.
Paolo Villaggio, nato Genova nel 1932, profondamente legato alla sua Liguria (tifoso sampdoriano), lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale italiano.
Con “Fantozzi” Villaggio ha fornito uno spaccato tanto divertente quando drammaticamente reale dell’Italia. Alcune rappresentazioni del ragionier Ugo Fantozzi resteranno scolpite nella storia del cinema, dalla frittatona di cipolle con Peroni gelata davanti alla Tv per la partita Italia-Inghilterra, al Capodanno “anticipato” di un’ora dal maestro Canello, fino alla lunga sequela di imbrobabili preparativi (“caffè latte con pettinata incorporata”, “spazzolata dentifricio mentolato su sapore caffè” e “autobus al volo”) per arrivare a timbrare il cartellino in ufficio alle 8.30. E come dimenticare la Corazzata Potemkin, definita “una cagata pazzesca” tra gli applausi dei colleghi, con tanto di protesta, guidata dallo stesso Fantozzi, poi interrotta dalla Polizia che “si incazzò davvero”.
Tante anche le espressioni diventate di uso comune grazie a Villaggio, da “fantozziano” a “com’è umano lei“, da “organizzazione Filini” a “megadirettore galattico“, sino a “faccio l’accento svedese”, oltre all’ironia sui congiuntivi, coniugati in modalità aberranti “(“venghi”, “si siedi”, “se ne vadi” “batti lei”).
La descrizione di Fantozzi, così come si legge nel libro scritto da Villaggio, da cui poi è tratto il film diretto da Luciano Salce, è oltre ogni tempo, attuale ancora oggi, forse ancora più di ieri: “Fantozzi è debole e servile come sa esserlo solo il piccolo-borghese, sempre terrorizzato dai superiori, timido e impacciato fino al catastrofico, si presenta come vittima naturale dei mass media, del consumismo e della pubblicità televisiva, tragicamente incapace di adeguarsi ai modelli sociali che mitizza quotidianamente”.
Leone d’Oro alla Carriera nel 1992 a Venezia, grande amico di Fabrizio De André, Paolo Villaggio ci mancherà. Al funerale di Ugo Tognazzi prese la parola e lo salutò con queste parole: “Ugo, ovunque tu sia, buona fortuna”. Paolo, buona fortuna anche a te.
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