Il coordinatore cittadino e consigliere comunale di Forza Italia Antonello Ranise ha preso posizione in merito alle ultime vicissitudini che hanno interessato la Go Imperia, con la bocciatura, da parte dei curatori fallimentari, dell’offerta acquisto del porto turistico e il successivo stop alle trattative.
“La vicenda, controversa e complessa del Porto Turistico di Imperia, merita alcune riflessioni e un minimo di cronistoria per ricordare i fatti . Alcuni anni fa, quando il porto era in costruzione il PD redigeva il ‘libro bianco del Porto’, una sorta di cronaca nera delle attività di realizzazione del nuovo porto turistico. Lo scopo era di mettere in evidenza, storpiando in molti passaggi la realtà, ‘il malaffare’ relativo alla realizzazione dello scalo turistico cittadino. Prendono quindi il via le note vicende giudiziarie che hanno portato, sempre con il beneplacito (sic) dell’ Amministrazione Comunale, al fallimento della Porto di Imperia (18 maggio 2014).
Nasce in tale contesto la Go Imperia S.r.l., già operante sul territorio con l’etichetta societaria Imperia Yacht S.r.l., per la gestione dei dieci posti barca destinati alle unità da diporto nel bacino di Oneglia. Ricordo il profilo di ‘Go Imperia S.r.l.’: capitale sociale 10.000,00 euro, liquidità qualche centinaio di euro, personale occupato numero due unità a tempo pieno ed una part Time. La Go Imperia s.r.l., società in house providing, con un atto ‘eroico’ (mi si permetta l’ironia…), si assume il delicato compito di gestire il bacino turistico portorino, incamerando la forza lavoro ex Imperia Mare, tagliando drasticamente gli stipendi ai dipendenti, con la missione (statuto sociale) della conduzione di servizi di interesse generale per conto del Comune di Imperia, tra le quali la gestione, valorizzazione e completamento delle opere del porto turistico del bacino di Porto Maurizio.
Di qui le roboanti dichiarazioni del Sindaco Capacci, del tipo ‘ci siamo nuovamente impadroniti del porto etc., adesso possiamo fare grandi cose…etc etc’, su cui lascio a chi legge ogni commento. Tra le ‘grandi cose’ da fare, era necessario ottenere una concessione demaniale marittima che ne legittimasse la gestione, e nel dicembre del 2014, l’allora Amministratore Unico dott. Vincenzo Costantini (persona peraltro molto seria), sottoscriveva la licenza per concessione demaniale marittima (una licenza turistico ricreativa pari a quella rilasciata alle spiagge…) quadriennale, con scadenza al 31/12/2018, avente per oggetto ‘la gestione dell’approdo turistico ed il completamento di alcuni interventi fondamentali per il funzionamento in sicurezza del porto’.
Periodo breve per portare avanti la politica di completamento delle opere del porto turistico, considerato il fatto che senza alcun soldo in cassa ed un piano industriale serio, era praticamente impossibile accedere a finanziamenti. Ricordo ancora, per dovere di cronaca, che tutto questo succedeva nel 2014. Sono passati tre anni e la Go Imperia, per obbligo contrattuale, ha presentato due proposte di acquisto una alla fine del 2015, ritenuta inammissibile dai curatori fallimentari (praticamente si proponeva l’acquisto a rate in 20 anni) e la seconda a fine giugno del 2017, ritenuta nei giorni scorsi anch’essa inammissibile, fatta sulla falsa riga della prima, riducendo solamente i tempi di acquisto, maxi rata finale al 2021, con responsabile in solido il Comune in caso di insolvenza da parte della Go Imperia (l’idea sembra mutuata dall’acquisto delle macchine di lusso).
Scopriamo ora dai media che a questo punto la Go Imperia non è in grado di formulare altre proposte perché non ha disponibilità economica per far fronte agli impegni presi, non ha un piano industriale serio per l’ottenimento di una concessione pluriennale che gli permetta di accedere a finanziamenti, e non ha portato avanti nessuno degli impegni di completamento delle opere portuali, nemmeno quelle chieste dal demanio marittimo per convalidare la gestione delle opere completate in attesa del rilascio dell’agibilità (ricordo che il porto non ha mai completato l’iter di agibilità ed è da considerarsi tutt’oggi un porto cantiere). Il Sindaco attendeva l’esito delle vicende giudiziarie, bene possiamo oggi elencare quanto emerso nei tribunali che hanno trattato dette vicende:
– Torino – processo per truffa aggravata nei confronti dello Stato – esito: ‘il fato non sussiste’ tutti prosciolti
– Roma – false fatturazioni – esito: ‘il fatto non sussiste’ tutti prosciolti.
– Imperia – indagini per il reato di bancarotta fraudolenta per 42 tra amministratori e direttori generali della Porto di Imperia – esito: pratica archiviata perché il fatto non sussiste.
Rimangono pendenti la pronuncia del Consiglio di Sato sulla decadenza della Concessione, dopo che il Comune, per fame di soldi ha maldestramente escusso le fideiussioni sugli oneri a scomputo prima della pronuncia della sentenza, dando modo agli avvocati di parte di presentare nuove memorie, ed il pronunciamento della Cassazione sul fallimento della Porto di Imperia.
Nel frattempo la società Go Imperia, male amministrata, complice il lassismo del Comune di Imperia, non ha mai provveduto a redigere un pano industriale ed una strategia seria e fondata per procedere nei tempi indicati all’acquisto del ramo d’azienda ed alla richiesta di una concessione pluriennale. Questa è la situazione attuale, un disastro annunciato, un fallimento anch’esso annunciato sulla pelle della città e dei tanti cittadini che hanno creduto nel porto e nel rilancio turistico della città di Imperia. Sappiamo chi ringraziare, sia detto senza alcun compiacimento e con tanta amarezza”.