È alle battute finali il processo che vede vede sul banco degli imputati Carlo Isnardi (difeso dall’avvocato Erminio Annoni), 41 anni, rappresentante legale dell’azienda olearia Pietro Isnardi Srl.
Stamane, in aula ha testimoniato il dott. Bruno Di Simone, chimico in forza all’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
“Il controllo dei campioni dell’olio Isnardi inviateci è stato effettuato in due volte ma io posso riferire solo nel primo caso, marzo 2015. Il secondo controllo è stato richiesto dall’azienda ed è stato effettuato il 10 settembre del 2015 dal laboratorio di revisione di Roma. Il campionamento è stato effettuato presso un supermercato (Carrefour) di Roma. Gli ispettori hanno trovato 14 bottiglie e hanno sequestrato l’intera partita.
I campioni sono stati sottoposti ad analisi per verificarne le caratteristiche organolettiche e chimiche. Si trattava di olio extravergine di oliva così come riportato dall’etichetta e perciò deve essere ottenuto tramite procedimenti meccanici. Dalle analisi per i parametri è risultato che per quanto riguarda gli stigmastadieni il parametro era irregolare.
Ciò è dovuto alla presenza di oli raffinati all’interno. Gli stigmastadieni si trovano solo in oli raffinati e 00,5 mg/kg è il limite imposto dalla Legge. Abbiamo trovato un valore che si trova allo 00,8. Avendo riscontrato questo tipo di presenza abbiamo inoltrato una notizia di reato per gli articoli 515, 516 cp. A noi sono arrivate 5 bottiglie confezionate ma ne è stata analizzata solo una come previsto da regolamento. Il laboratorio di Roma ha analizzato un’altra bottiglia, diversa da quella analizzata da noi. Gli stigmastadieni non sono nocivi per il consumatore, quell’olio poteva essere commercializzato come olio di oliva perché di categoria inferiore. Le bottiglie appartenevano allo stesso lotto”.
LA VICENDA.
A Carlo Isnardi viene contestato (i fatti sono del 2015) il reato di frode in commercio (oltre alla violazione dell’art. 5 della legge 283/62) in quanto “nella qualità di legale rappresentante della ditta Pietro Isnardi Srl, confezionava, deteneva per vendere e distribuiva in bottiglie per il consumo, olio indicato in etichetta come ‘Etravergine di Oliva – Olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici – prodotto ottenuto con gli extravergini di oliva dell’Unione Europea – confezionato da Pietro Isnardi srl’ risultato irregolare”.
L’irregolarità, secondo quanto si evince dal capo di imputazione, sarebbe dovuta a “un contenuto di stigmastadieni (0,37 nell’analisi di prima istanza e 0,45 mg/kg nella successiva revisione) superiore al limite massimo di 0,05 mg/kg previsto dalla normativa vigente per la categoria di olio dichiarata, trattandosi invece di ‘miscela con oli di oliva raffinati’, che ne variano la composizione naturale”.
In particolare a Isnardi, sempre nella qualità di rappresentante legale della Pietro Isnardi Srl, viene contestato il reato di frode in commercio perché “consegnava agli acquirenti (nel caso specifico Ipermercato ad insegna Carrefour) una partita di bottiglie di olio diverso, per qualità, rispetto a quello dichiarato”.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 26 ottobre 2017 per la discussione e la sentenza.