Imperia. Manca una pagina del decreto di citazione, rinviata l’udienza preliminare dei 10 imputati (5 medici) nell’ambito dell’inchiesta sulle autopsie “fantasma” condotta dal Procuratore Capo Grazia Pradella e dal sostituto Marco Zocco coadiuvati dalla compagnia della Guardia di Finanza di Imperia. I certificati medici ritenuti falsi dalle fiamme gialle sono ben 139 di cui la metà sono ascrivibili al dott. Giuseppe Garo.
Nel dettaglio, i legali degli imputati hanno sollevato alcune eccezioni dinnanzi al giudice per l’udienza preliminare Paolo Luppi tra cui la mancata ricezione da parte dei loro assistiti di parte del decreto con i fatti contestati dalla Procura. Il giudice ha così disposto nuovamente la notifica del decreto a tutti gli imputati rinviando l’udienza al prossimo 18 settembre.
Tra gli imputati figurano: cinque medici, due impiegati amministrativi, due operatori di camera morturaria, un titolare di agenzia di pompe funebri e un soggetto esterno. Nel dettaglio sono: Giuseppe Garo, 52 anni, medico legale, accusato di falso in atto pubblico, Francesco Traditi, 45 anni, medico legale, falso in atto pubblico, Alessandro Zaccheo, 41 anni, medico legale, falso in atto pubblico, Sandra Maria Motrini Gherardi, 38 anni, medico legale, falso, Claude Orengo, 42 anni, medico legale, falso in atto pubblico, Stefania Stella, 44 anni, dipendente amministrativa, concorso in falso, Francesco Esposito, 58 anni, addetto camera mortuaria, concorso in falso, Leonardo Rosato, 59 anni, addetto camera mortuaria, concorso in falso, Liliana Allaria, 48 anni, legale rappresentante onoranze funebri, concorso in falso, Orlando Mandica, 68 anni, esercizio abusivo della professione di addetto camera mortuaria.
L’inchiesta vede anche imputata dirigente del settore medicina legale Simona Del Vecchio. L’ipotesi di reato è quella di falso in atto pubblico, “per avere emesso certificati di morte che attestano l’esame della salma laddove, invece, nel momento del rilascio del certificato, il medico legale si trovava in altro luogo”. Inoltre la Del Vecchio, difesa dall’avvocato Marco Bosio, dovrà rispondere anche di peculato per l’indebito utilizzo dell’auto di servizio.
La Del Vecchio e il dott. Traditi sono stati licenziati dall’azienda sanitaria locale mentre gli altri medici sono stati assegnati ad altri incarichi.