Quattro condanne e un’assoluzione. È questo il verdetto appena pronunciato in Tribunale a Imperia dal collegio composto dai giudici Aschero-Ceccardi-Trevia nell’ambito del processo per traffico internazionale di stupefacenti che vede sul banco degli imputati Jawad Inani, Hicham Ahlal, Tarik Ahlal , Abderrahim Aboulmahasi e Driss Achoud, due dei quali latitanti.
Il Pubblico Ministero Antonella Politi ha chiesto al tribunale l’assoluzione per Driss Achoud per non aver commesso il fatto, la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione e 12 mila euro di multa per Inani, Ahlal e Aboulmahasi e la condanna per Hicham Ahlal a 7 anni e 6 mesi di reclusione e 20 mila euro di multa.
LA SENTENZA:
Driss Achoud (difeso dall’avvocato Carlo Fossati), assolto per non aver commesso il fatto.
Jawad Inani (difeso dall’avvocato Carpano), Tarik Ahlal (difeso dall’avvocato Sanchini di Urbino), Abderrahim Aboulmahasi (difeso dall’avvocato Di Meo), condannati a 6 anni e sei mesi di carcere oltre 10 mila euro multa.
Nel corso del dibattimento è stato ascoltato un Maresciallo dell’Antimafia di Milano, in servizio alla Guardia di Finanza al momento dei fatti, che ha ricostruito l’operazione che portò all’arresto in flagranza di reato di Gianluca Luciani, sulla cui auto, fermata alla frontiera di Ventimiglia, vennero trovati 270 chili di hashish suddivisi in 2699 panetti.
LA VICENDA
Il 19 luglio del 2009 la Guardia di Finanza sequestra 270 chili di hashish alla barriera di Ventimiglia. Lo stupefacente viene trovato nascosto nel baule di un’Audi guidata da Gianluca Luciani, di Urbino, arrestato in flagranza di reato. Nella vettura vengono trovati 2699 panetti di hashish. L’uomo, bloccato dopo aver tentato la fuga, confessa di aver ricevuto un compenso di 6 mila euro per il trasporto dello stupefacente, suddiviso in 9 confezioni in tela sigillate con nastro adesivo, che una volta immesso sul mercato avrebbe fruttato circa un milione di euro.
Le successive indagini permettono di risalire a cinque cittadini extracomunitari di origine marocchina, componenti di una banda criminale che opera tra la Liguria e le Marche. La droga, secondo gli inquirenti, era destinata all’Emilia Romagna.