Si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto la riunione d’ambito territoriale “dianese-andorese” svolta venerdì mattina alla presenza dei sindaci dei 12 comuni (Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Diano Castello, Diano Arentino, Villa Faraldi, Diano San Pietro, Cervo, Andora, Cesio, Chiusanico, Stellanello e Testico) che avrebbe dovuto approvare il progetto definitivo dato in appalto al comune di Andora, ente capofila.
Il prossimo 22 luglio “l’emergenza” rifiuti di Diano Marina compirà due anni e all’orizzonte non sembrano prospettarsi soluzioni in tempi brevi. Per la città degli aranci, alla riunione, hanno partecipato il sindaco Giacomo Chiappori e l’assessore all’ambiente Barbara Feltrin.
La mancata approvazione del progetto è dovuta al fatto che ad alcuni comuni non sarebbe pervenuta tutta la documentazione facendo slittare la decisione finale a metà agosto. Un ulteriore ritardo che potrebbe minare la credibilità del consorzio dei comuni e che starebbe facendo propendere alcuni di questi verso soluzioni alternative.
“Si sta preparando un progetto – ha commentato il sindaco Chiappori a ImperiaPost – c’è qualche osservazione, quindi ci siamo ridati appuntamento per metà agosto. Il progetto spiega come dovrebbe essere la raccolta, con le richieste delle percentuali della differenziata che la società che gestirà il servizio dovrà raggiungere. Il mio sogno del cassetto è quello di fare una società in house, partecipata dai 12 comuni, che gestisca il servizio. Ora siamo in un momento di riflessione, facciamo incontri con il comune capofila, Andora per una progettazione. Per ora la preoccupazione per il futuro non c’è, ATA continua a lavorare e si può ancora prorogare. Si tratta eventualmente di fare un appalto europeo da 8/9 milioni, ma dev’essere fatto con la benevolenza di tutti”.
Il sindaco però non fa i conti con le lungaggini degli appalti europei che prima di vedere la luce possono durare fino a 18 mesi. Nel frattempo si andrà avanti di ordinanza in ordinanza? Probabilmente no. Il piano B dell’amministrazione è quello già percorso a fine del 2015 con la manifestazione di interesse nell’acquisto delle quote di ATA (società pubblica del comune di Savona e di Vado Ligure) così da subentrare come socio nella società in house e proseguire la gestione sganciandosi, almeno fino al 2020 (termine ultimo indicato dalla Provincia per la gestione unitaria, dall’ambito territoriale.