“Attesa infinita, sovraffollamento e poca attenzione ai pazienti”. È questa la segnalazione che arriva da una 27enne imperiese, M.R., che nella giornata di lunedì è stata protagonista di “un’esperienza da dimenticare”.
Entrata al Pronto Soccorso alle 14 per una tachicardia persistente, M.R. è uscita alle 22, e ha scritto alla nostra redazione per raccontare ciò che ha visto durante l’attesa.
“Lunedì alle 14 sono entrata in Pronto Soccorso per un problema di tachicardia persistente – racconta M.R. – e al triage mi è stato assegnato il codice verde dicendomi che c’erano minimo 2 ore di attesa.
Mi hanno fatto accomodare dentro perché la sala d’attesa era colma di persone. Mentre aspettavo ho visto molti anziani sui lettini in corridoio, abbandonati a loro stessi, alcuni molto provati. Le infermiere non avevano tempo di portarli in bagno. Una donna di 97 anni su una sedia a rotelle, arrivata per una caduta, dove tra l’altro aveva battuto la testa, lasciata lì dalle 7.30 del mattino.
Verso le 16 ho detto all’infermiera di non sentirmi bene – continua – ma mi è stata negata qualsiasi cosa finché non avessi fatto la prima visita e sono tornata a sedermi. Stavo sempre più male, ma avevo ancora davanti due persone. Insomma, sono passata alle 20. Entrata in sala visite, i medici discutevano tra loro di una diagnosi e sono passati altri 20 minuti.
Dopodiché, mi hanno detto che c’era il cambio medico e mi hanno riportata fuori ad aspettare – aggiunge – Mi veniva da piangere perché non ce la facevo più e il mio compagno si è alterato. I medici sono usciti a vedere, ma non sono stati molto comprensivi.
Così mi sono alzata molto arrabbiata e stavo per chiamare i Carabinieri – conclude – Il clima si è poi un po’ disteso e ho atteso il mio turno. Sentivo la gente lamentarsi essendo lì da ore, una donna ha urlato che avrebbe denunciato tutti per il trattamento riservato. Sono uscita alle 22. Una giornata da dimenticare”.