23 Dicembre 2024 21:08

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COMMISSIONE ANTIMAFIA A GENOVA. ROSY BINDI, BORDATE A IMPERIA: “C’E’ FORTE NEGAZIONISMO. SEMBRAVA CHE LA ‘NDRANGHETA CE LA FOSSIMO INVENTATA NOI”/IL CASO

In breve: Da Genova, nel corso della conferenza stampa che ha concluso la permanenza nel capoluogo ligure della Commissione Antimafia, Rosy Bindi ha usato parole dure per Imperia

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“Il negazionismo l’abbiamo sperimentato a Imperia, dove sembra che la la ‘Ndrangheta la stesse portando la Commissione Antimafia, che ce la stavamo inventando noi per denigrare quella bella terra”.

Da Genova, nel corso della conferenza stampa che ha concluso la permanenza nel capoluogo ligure della Commissione Antimafia, Rosy Bindi ha usato parole dure per Imperia, anni fa definita, dopo l’insediamento della Commissione nell’imperiese, ‘la sesta provincia della Calabria’, ribadendo il concetto anche successivamente, in occasione delle verifiche sui candidati impresentabili in vista delle elezioni comunali.

Un’espressione che finì nel vortice delle polemiche e vide una sorta di sollevazione da parte degli amministratori imperiesi, profondamente contrariati. Rosy Bindi finì nel mirino, tra gli altri, anche dell’ex Ministro Claudio Scajola.

Oltre lanciare una stilettata a Imperia, Rosy Bindi, che con la Commissione, negli ultimi giorni, ha incontrato anche il Prefetto di Imperia Silvana Tizzano e il Procuratore Capo di Imperia Grazia Pradella,ha confermato la presenza radicata delle organizzazioni mafiose in Liguria, in particolare nel ponente ligure.

LA CONFERENZA STAMPA DI ROSY BINDI

“E’ stata un’occasione importante di approfondimento, abbiamo incontrato tutti i Prefetti. La Liguria è tra le regioni del Nord Italia che desta maggiore preoccupazione per quanto riguarda la presenza di organizzazioni mafiose, in particolare ‘ndrangheta. Qui si va ben oltre quella che chiamiamo infiltrazione al Nord, qui c’è un vero e proprio insediamento, con la presenza di locali organizzate, soprattutto nel Ponente, ma non solo.

Una presenza che è in grado di condizionare, con quella che potremmo definire come un’evoluzione del metodo mafioso, utilizzato al Nord soprattutto dalla ‘Ndrangheta, che prevede l’utilizzo della violenza come ultima riserva. Un metodo che si fonda sulla capacità di creare rapporti, complicità, addirittura attrazione. Perché sono gli imprenditori e i politici che vanno alla ricerca del contributo delle organizzazioni mafiose.

Registriamo un’evoluzione positiva nella giurisprudenza che finalmente in sede giudicante, anche grazie alla Cassazione, ha riconosciuto, dopo i molti dinieghi degli anni passati, l’applicazione del 416 bis.

Siamo anche convinti che la scelta di procedere allo scioglimento del Comune di Lavagna sia stata quantomai opportuna. Finalmente si sta superando in Liguria quel negazionismo che abbiamo sperimentato anche sulla nostra pelle quando siamo venuti ad Imperia perché sembrava che la ‘Ndrangheta la stesse portando la Commissione Antimafia, che ce la stavamo inventando noi per denigrare quella bella terra.

Crediamo che questa fase sia in via di superamento, sicuramente dal punto di vista istituzionale, grazie al lavoro svolto dalle Prefetture, dalle forze di Polizia e dalla Magistratura, ma anche dal punto di vista culturale. Anche perché per  difendersi da questo metodo mafioso non bastano Magistrati e poliziotti, ma servono cittadini consapevoli, che non entrano in affari con i poteri criminali”.

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