Un tentativo di intavolare una trattativa per arrivare a un accordo transattivo da una parte e, dall’altra, una richiesta di pagamento entro 10 giorni.
È questa la situazione, decisamente ingarbugliata, a pochi giorni dalla sentenza del giudice Roberto De Martino (pronunciata lo scorso 25 luglio in Tribunale a Imperia) che ha condannato la Riviera Trasporti (società che gestisce il servizio di trasporto pubblico in provincia di Imperia) a rimborsare a 54 dipendenti, rappresentati dalla Faisa Cisal, circa 2 milioni di euro.
I lavoratori (difesi dall’avvocato Giuseppe Acquarone) avevano intentato causa contro l’azienda a seguito della disdetta della contrattazione di secondo livello, poi ripristinata grazie a un accordo con le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, ma a condizioni ritenute svantaggiose dalla Faisa Cisal che ha così fatto scattare la vertenza. La Rt dovrà quindi rimborsare ai 54 lavoratori circa 15mila euro all’anno, per 3 anni, dall’agosto 2014 ad oggi, per un totale di circa 2,4 milioni di euro.
Per la Riviera Trasporti si tratterebbe di una vera e propria batosta sotto il profilo finanziario. Per questo motivo, durante il cda tenutosi nella giornata di ieri, presieduto da Riccardo Giordano, si è deciso di incontrare i rappresentanti del sindacato Cisal al fine di valutare i margini per intavolare una trattativa che arrivi a un accordo transattivo, in modo da permettere all‘azienda di liquidare la somma senza andare in default finanziario.
Allo stesso tempo, il 26 luglio, l’avvocato Acquarone, in rappresentanza dei dipendenti, ha inviato alla Rt una lettera di sollecito di pagamento, chiedendo di rispettare la sentenza e di procedere al rimborso entro 10 giorni.
“Decorso detto termine – scrive l’avvocato Acquarone nella lettera inviata all’azienda – i miei clienti mi hanno invitato perentoriamente ad agire esecutivamente, poiché hanno assoluto bisogno degli importi che erano stati loro trattenuti”.
L’accordo transattivo appare l’unica soluzione percorribile per la Riviera Trasporti, come spiega a ImperiaPost il presidente Riccardo Giordano: “Al momento l’azienda non ha la disponibilità economica per una liquidazione immediata. Se pagassimo quanto previsto dalla sentenza non avremmo le risorse per garantire il regolare svolgimento del servizio di trasporto pubblico. Gli autobus, per farla breve, rischierebbero di rimanere a piedi. Il mio auspicio e quello di tutto il cda è quello di riuscire a trovare un accordo con i dipendenti nell’interesse dell’azienda.
Faremo appello contro la sentenza? – conclude Giordano – Anche questo aspetto rientrerà nella trattativa che speriamo di riuscire a intavolare con i sindacati”.
Lo scenario più preoccupante, in caso di mancato accordo, è il ricorso ai decreti ingiuntivi da parte dei 54 lavoratori, con il successivo eventuale pignoramento dei beni della Riviera Trasporti. Una vicenda che rischia di tramutarsi in un “Tradeco bis”.