Non si placano le polemiche a seguito del comunicato stampa inviato dai sindacati riguardo il progetto “Riqualifichiamo il lavoro”, in cui vengono illustrati i numeri dei lavoratori ex Agnesi che hanno trovato un nuovo impiego.
ImperiaPost ha incontrato una persona (che rimarrà anonima) direttamente coinvolta nella questione, essendo uno dei 100 lavoratori rimasti senza impiego dopo la chiusura dello storico pastificio, che ha voluto esprimere le perplessità sulle notizie riportate dai sindacati, riportando la situazione critica che ancora molti devono affrontare.
“I sindacati sono stati la nostra rovina e lo sono tuttora – afferma – Quando dovevamo firmare l’accordo alla chiusura del pastificio, abbiamo dovuto accettare ricatti. Ci dicevano: “Se non firmate, non prederete niente, perderete tutto”. Abbiamo firmato e siamo andati a casa lo stesso senza niente.
Siamo molto arrabbiati con tutte le parti coinvolte, a partire dai politici, della Regione e del Comune di Imperia, in particolare Toti e Capacci, poi i sindacati, in particolare la Cisl, ma non risparmiamo nessuno, fino ai cittadini stessi. Sembra che Imperia sia completamente indifferente alla sorte dell’Agnesi e dei suoi lavoratori. Al “funerale” non c’era nessuno al nostro fianco. La mentalità sembra essere:”Sta volta è toccato a loro, speriamo che domani non tocchi a me”.
Abbiamo sfamato l’intera città – continua – La fabbrica era il fiore all’occhiello di Imperia, produceva pasta d’eccellenza, che non verrà mai più prodotta da nessun’altra parte. Ciò che fa rabbia è che dicevano che i macchinari erano obsoleti, ma non è vero. Infatti, dopo la chiusura i macchinari sono stati smontati e portati a Fossano, se fossero stati obsoleti non l’avrebbero fatto.
Il presidente della Regione e il sindaco di Imperia ci avevano fatto molte promesse, dicendo di stare tranquilli, che saremmo stati i primi ad avere un nuovo lavoro. Ma ora dove sono?
Quando avevamo presentato ben 6 mila firma raccolte per una petizione per salvare il pastificio, il sindaco non le ha considerate, perché c’erano già trattative aperte con la Colussi, e la petizione è stata bocciata.
I sindacati nell’ultimo comunicato si sono presi il merito di nuove assunzioni, ma non è vero. Forse qualcuno c’è che ha avuto una mano, ma la grande maggioranza si è arrangiata e ancora moltissimi, più della metà, sono ancora senza lavoro. Non sono veri i numeri che hanno snocciolato. Perché non ci dicono i nomi? Noi siamo quasi tutti ancora in contatto e siamo ancora a piedi.
La beffa è che con questi comunicati la gente che non è all’interno della vicenda pensa che sia tutto rosa e fiori, e se mi incontrano mi dicono:“Allora ti hanno sistemato, ora lavori”. Mentre invece non è affatto così.
Ci stiamo organizzando – conclude – e con un gruppetto abbiamo intenzione di presentarci alla Cisl perché vogliamo che ci dicano in faccia dove sono tutte queste persone dell’Agnesi che sono state reimpiegate. Non vogliamo più essere presi in giro”.