Con una firma del Magnifico Rettore Comanducci sul DR n 2534, chiude, dopo oltre 50 anni, il corso di laurea di Infermieristica a Imperia (prima Scuola Infermieri), come aveva anticipato ImperiaPost nello scorso mese di maggio.
“Crediamo sia un errore gravissimo – evidenzia l’Ipasvi di Imperia – che penalizza tutti i cittadini per i prossimi anni. Auspichiamo che l’università faccia una immediata retromarcia. La Provincia di Imperia fanalino di coda della Regione Liguria, dopo avere incassato il più alto tasso di disoccupazione Ligure negli ultimi anni, gli stipendi più bassi a parità di impiego della regione Liguria, ci penalizza anche nell’offerta formativa. L’Università si trincera dietro a vincoli Ministeriali e carenze di organico, rimane a noi inspiegabile la scelta di chiudere Imperia quando dagli atti in nostro possesso a novembre 2016 si sarebbe dovuto accorpare Savona a Santa Corona. Gli aspiranti Infermieri di Imperia dovranno recarsi a Santa Corona aggiungendo spese di trasferta insostenibili per le loro famiglie”.
Al Collegio di Imperia sono iscritti 1600 infermieri di cui 900 prestano assistenza ai malati presso l’Asl n° 1 circa 500 sono impiegati nelle residenze protette e assistenziali gli altri sono pensionati ancora iscritti: “Siamo una parte insostituibile del ‘Sistema Salute’ ma anche volano economico, l’età media supera i 51 anni in provincia, 675 Infermieri nella fascia tra 46 e 55 anni e 300 Infermieri nella fascia tra 56 e 65 anni, questi ultimi andranno in pensione nei prossimi 5 anni, ciò comporta una inevitabile carenza di Infermieri nei prossimi 5/7 anni. La nostra Federazione Nazionale di Roma ha stimato in 500/anno la Carenza Ligure e trasmesso il documento al MIUR per la necessaria programmazione formativa, Le NS richieste sono state all’Università di Genova in linea con le dichiarazioni della Federazione, sono stati attivati solo 350 posti per il 2017/18 (come l’anno precedente). A subire le conseguenze di questa emergenza infermieristica saranno i malati costretti a migrare anche per farsi assistere. Fino ad oggi abbiamo condotto trattative di buonsenso e diplomazia con l’Università, prendiamo atto sono servite a poco, anzi dopo l’ultimo incontro l’Università ha uniformato la decisione chiudendo anche Fisioterapia a Imperia e verbalmente impegnandosi ad alternare la chiusura con gli altri poli”.
Le scelte dell’Università sono state motivate da stringenti regolamenti Ministeriali: “Se l’Università ha ragione – prosegue l’Ipavsi – il regolamento è sbagliato quindi intervenga il Ministero per mantenere i 8 poli in Liguria. Giudichiamo la chiusura di Imperia una scelta errata in controtendenza rispetto alle scelte della Giunta TOTI che con il concorso ha rilanciato l’occupazione Infermieristica in Liguria creando un enorme volano economico a favore di tutti, L’Università risponde con la chiusura di Imperia, domani altri Poli? Ci siamo chiesti a chi dà fastidio Infermieristica a Imperia? Penalizzare i residenti non è la strada giusta, con gli stipendi che il mercato offre, pochi Infermieri da fuori sceglieranno Imperia. Nella vicina Francia assumono a tempo indeterminato nel pubblico senza concorso, con stipendi medi di 1800€ rispetto ai nostri 1400€ questo aggrava l’emorragia dei giovani Professionisti che si allontanano dall’Italia”.
“Oggi protestiamo per la scelta di chiudere Imperia ma riteniamo che la decisione non sia irrevocabile, pertanto chiediamo: al Ministro Valeria Fedeli del MIUR, una deroga che permetta il mantenimento degli 8 poli formativi Liguri e di fisioterapia a Imperia. Al Presidente della Federazione IPASVI Barbara Mangiacavalli un intervento a nostro Supporto. Al Presidente Regione Liguria Giovanni Toti, alla Vicepresidente Sonia Viale agli Assessori Marco Scajola, Giovanni Berrino, Ilaria Cavo e a tutta la Giunta Regionale ogni azione possibile per la immediata riattivazione dell’offerta a Imperia. Al Magnifico Rettore Comanducci la riattivazione del Polo di Imperia. Ai Sindaci di Imperia un intervento istituzionale per la tutela dei loro cittadini. Alle Organizzazioni Sindacali un deciso intervento a difesa dei Lavoratori, del diritto al turnover e dell’offerta occupazionale”.