Ha raggiunto la semifinale ai Mondiali di Atletica di Londra 2017, ma non intende fermarsi qui. Il 24enne imperiese Davide Re ha in mente molti progetti e ha già ripreso ad allenarsi.
Il prossimo obiettivo a breve termine? Essere l’italiano con più corse sotto i 46” nella stessa stagione. Sogni a lungo termine? Ovviamente, per scaramanzia, non si possono dire.
ImperiaPost ha incontrato il giovane atleta, seguendolo negli allenamenti al campo sportivo Lagorio di Imperia, per conoscere la sua storia e per svelare i retroscena degli emozionanti Mondiali che ha appena affrontato.
COME HAI INIZIATO CON L’ATLETICA?
“Ho iniziato proprio qua su questo campo quando ero più piccolino, con i giochi studenteschi a scuola.
La prima allenatrice che mi ha portato qui al campo è stata Anna Ferro. All’inizio l’atletica per me è sempre stata un gioco, soprattutto negli anni in cui ero più piccolo. All’inizio il campo era sei corsie e non era 400m, ma circa 340/350 metri e per fare i 400m si faceva un giro e mezza curva. Poi hanno costruito questo bell’impianto.
Successivamente sono passato con Ugo Saglietti, con cui ho fatto la maggior parte della mia carriera giovanile. Con lui già avevo vinto il titolo cadetti che era un record italiano.
In seguito sono andato a vivere a Limone per lo sci. Lì mi sono allenato con Catalfamo per un anno, che è l’allenatore di Bencosme, un ragazzo che è arrivato alle semifinali sui 400 ostacoli quest’anno.
Dopodiché sono andato a Torino con Luigi Valle, con il quale ho fatto il primo grande salto di qualità: ho corso 46” e son entrato nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle.
Ho avuto una piccola parentesi l’anno scorso con Enrico Maffei, ma non è andata come speravamo. Quest’anno sono andato a Rieti con Chiara Milardi, bravissima, che è anche allenatrice di Matteo Galvan e Benedicta Chigbolu”.
COM’È STATO VIVERE I MONDIALI DI LONDRA?
“I mondiali all’inizio erano solo un sogno, non erano nella tabella delle possibili gare da fare con la nazionale quest’anno. Ci eravamo posti come obiettivo di tornare in nazionale, cosa che l’anno scorso non era successa.
Tra le varie gare, Coppa Europa, Universiadi, i Mondiali non li avevamo nemmeno presi in considerazione. Abbiamo detto “ci pensiamo ai prossimi di mondiali” e invece sono arrivati. Arrivare a Londra è stato bellissimo. In albergo eravamo tantissime nazioni diverse, vedevo maglie Sud Africa, Canada, girare, quindi ho sentito fin da subito un’atmosfera mondiale. È stato molto emozionante”.
LA PRIMA GARA?
“L’obiettivo era ovviamente passare il turno, ma sapevo che era difficilissimo. Ci speravo. Per andare in semifinale bisognava essere tra i primi 24. In batteria dovevo arrivare almeno 3° e avevo il 7° tempo della batteria, non era facile. Il primo tempo era di Van Niekerk, gli altri due erano due ragazzi da 44.8 e 44.9, io 45.40, li avevo uno interno e uno esterno e li avevo sotto controllo. Il tuffo finale su Cedenio mi ha fatto arrivare terzo. Ho rischiato di cadere, ma se non ci avessi provato non me lo sarei perdonato”.
LA SEMIFINALE?
“È stata un’emozione correrla. Le persone con cui ho corso è di un altro livello attualmente. Ho fatto un piccolo errore di gestione della gara ed è il motivo per cui il tempo si è alzato di 2 decimi rispetto al giorno primo. Bisognava partire forte e provarci, e questo mi ha un po’ irrigidito e la mia corsa non era più sciolta, però dovevo provarci”.
PROGETTI FUTURI?
“I progetti futuri sono l’Universiade, parto il 17 e probabilmente è l’ultima gara che farò quest’anno. L’idea è di fare altri 2 45”. Al momento sono il secondo italiano che ha corso più 400 sotto i 46” nella stessa stagione. Il primo ne ha 8, io 7. Se in 2 di questi 3 turni riuscissi a fare 45” andrei a 9 e sarei l’italiano con più 45” nella stessa stagione. Per l’anno prossimo ci sono i campionati europei e l’obiettivo è entrare in finale a un campionato europeo e si può fare. Lavoriamo per quello e sognamo qualcosa di più, ma non si dice”.
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