A seguito della decisione di chiudere alla circolazione il ponte Rio Bavera, Rinaldo Sartore, dell’Associazione “Monesi Borgo Antico”, si rivolge a ImperiaPost per portare all’attenzione delle autorità alcune considerazioni sulla situazione di Monesi.
“Provincia decisionista solo per chiudere le strade. L’eventualità di veder chiusa, nei due sensi di marcia, la strada provinciale per Monesi e Piaggia a inizio della sempre più breve stagione estiva è un fatto inaudito”. Era il 21/6/2016 e il tratto che la polizia provinciale aveva deciso di chiudere, senza preavviso, era quello relativo ai lavori di consolidamento per piccola frana a circa metà strada tra San Bernardo e Monesi di Mendatica.
In seguito alle lamentele e agli articoli prontamente apparsi sui giornali, gli stessi uffici provinciali scoprirono che si poteva ricorrere al senso unico alternato. Oggi dopo la catastrofe che ha messo in ginocchio Monesi e in serie difficoltà tutta l’economia della Valle Arroscia, la stessa provincia di Imperia ha condiviso, con la provincia di Cuneo, Regione Liguria e Piemonte, Sindaci di Mendatica e Triora, la decisione di chiudere la sola strada rimasta, vietando il traffico sul ponte Rio Bavera.
Non discuto i pareri tecnici e la prudenza dei professionisti che hanno suggerito la chiusura totale del ponte, ma provo a mettere in discussione il buon senso; fino a fine giugno su quel ponte sono transitati autocarri fino a 7,5 t. poi il traffico è stato limitato agli automezzi fino alle 3,5 t. a pieno carico.
Dal 5 settembre sul ponte non potrà più transitare neppure una bicicletta. Se il ponte sul Rio Bavera fosse a rischio crollo, la prudenza avrebbe imposto la chiusura immediata. Inoltre tutte le promesse sono, ad oggi, rimaste solo annunci, almeno quattro dei quali per lo stanziamento di 500.000 euro per tracciare la pista di cantiere atta a ricollegare la s.p. 100 nel tratto franato a Monesi di Mendatica.
I lavori non sono ancora iniziati e l’autunno è alle porte; i carotaggi sono ancora in corso; L’ordinanza di inagibilità degli immobili di Monesi, impedisce a tutti i proprietari di entrare nelle loro case, anche in quelle palesemente intatte; chi ha avuto danni ai tetti non può procedere alle urgenti riparazioni; però in un battito di ciglia si è deciso, questo non è un annuncio, di chiudere l’unica speranza di salvezza per i pochi, eroici gestori delle superstiti attività turistiche del luogo. La comunicazione dell’ordinanza ai residenti e ai proprietari di seconde case, dovrebbero darla di persona e sul posto, gli stessi amministratori regionali che hanno dato speranze e formulando precise promesse. Se venissero saremmo in molti ad accoglierli”.