“Ho preso delle gocce per dormire e mi sono risvegliato nella camera di sicurezza della caserma dei Carabinieri, non so cosa sia successo”. Ha giustificato così R.D.M., 56 anni, torinese ma residente a San Bartolomeo al Mare, la notte di follia che lo ha portato a scendere in strada in pigiama, pistola in pugno, e a minacciare alcuni passanti e commercianti all’interno di un gazebo. L’uomo è comparso ieri mattina in Tribunale a Imperia, assistito dal suo legale, dinnanzi al giudice monocratico Caterina Lungaro per sottoporsi al processo per direttissima nel corso del quale i Carabinieri hanno ricostruito i fatti.
LA RICOSTRUZIONE DEI CARABINIERI
“Attorno alle 3.20 del mattino siamo stati allertati dalla centrale della presenza di un uomo armato di pistola in una piazza di San Bartolomeo al Mare intento a minacciare dei ragazzi all’interno di un gazebo adibito alla vendita. All’interno del gazebo c’erano due venditori ambulanti extracomunitari e due giovani italiani. In tre sono riusciti a scappare chiamando il 112 e uno, invece, è rimasto bloccato dall’uomo che gli impediva di uscire puntandogli la pistola contro tenendola con due mani. L’uomo, in stato di alterazione psicofisica dovuta all’abuso di alcool e di farmaci, ma lo abbiamo appreso successivamente, ha inseguito il giovane e non gli permetteva la fuga proferendo frasi sconnesse sullo spaccio di droga.
Ha scarrellato la Beretta e l’ha puntata contro l’ambulante, il carrello della pistola è rimasto aperto e il proiettile è uscito rimanendo senza il colpo in canna. Ad un certo punto l’uomo ha iniziato a barcollare e si è aggrappato ad un palo del gazebo perdendo la pistola. Prima che l’uomo riuscisse a recuperarla siamo riusciti a prenderla e a disarmarlo. La pistola era stata denunciata a non poteva detenerla nella casa di San Bartolomeo al Mare. Durante la perquisizione abbiamo trovato anche un’altra pistola di proprietà della moglie che abbiamo sequestrato. L’uomo, una volta giunto in caserma si è addormentato come un sasso sulla brandina e poi al risveglio non si ricordava nulla. L’uomo ha dichiarato di aver ingurgitato sonniferi e alcool. Ha detto di aver portato giù la pistola per andare al poligono. All’interno del caricatore c’erano 12 proiettili e 3 li teneva in tasca”.
LA RICOSTRUZIONE DELL’IMPUTATO
“Sono rammaricato – ha detto il 56enne in tribunale – non potevo neanche immaginare una cosa del genere. Ero al compleanno di un amico, a Stellanello, al ristorante Merola. Ho bevuto 3 bicchieri di Vermentino, poi con lo scooter, insieme a mia moglie, siamo arrivati a casa attorno all’una di notte. Ci siamo preparati per la notte, abbiamo fatto la doccia e poi ci siamo messi il pigiama. Prendo una pastiglia per la pressione e cinque gocce di minias, è un induttore del sonno. Ho girato la boccetta si è tolto il tappo che mi è finito in gola così come mezzo barattolo di liquido. Poi mi sono coricato e poi mi sono svegliato con il pigiama addosso all’interno della caserma. La pistola era in una cassaforte, mia moglie dormiva, al mattino si è svegliata quando sono arrivati i Carabinieri per la perquisizione.
Ricordo che la pistola era nella cassaforte, scarica. Ci sto male per le persone a cui ho fatto del male, nella mia vita non ho mai avuto una discussione, è stata una tragica disgrazia. Non sono un violento, non sono abituato a cose del genere. Prima di quella sera non ho mai visto quei due ragazzi, non passo mai in quella piazza. Abbiamo fatto, come condominio, una denuncia al Sindaco, ai Carabinieri e al Prefetto per il rumore, sotto casa nostra. Il problema grosso è il degrado della piazza, spacciano droga e poi c’è un via vai dei camion della frutta e verdura. Hanno arrestato uno spacciatore pluriomicida a San Bartolomeo”.
La pistola?
“Giovedì mattina siamo andati al poligono. Siamo andati io e mia moglie, saremmo dovuti tornare il sabato e poi sabato notte è successo quello che è successo. Ho sempre avuto un porto d’armi per difesa personale e non è mai successo nulla, ora ho quello sportivo. L’arma era all’interno della cassaforte, le garantisco, giudice, che non sono una persona che va in pigiama per San Bartolomeo”.
Il pubblico Ministero ha chiesto la convalida dell’arresto e gli arresti domiciliari mentre la difesa ha respinto la richiesta parlando di ” momento di follia non procurata, ma ingestione accidentale del farmaco”.
Il giudice ha convalidato l’arresto per il porto abusivo di arma da fuoco e per la violenza privata, ma ha rigettato la richiesta del pubblico ministero degli arresti domiciliari data l’incensuratezza dell’uomo, rinviando il processo al prossimo 3 ottobre. In ultimo, l’accusa ha contestato all’uomo anche il reato di minaccia. Entrambe le parti sembrano orientate verso un patteggiamento.