Eccoci alla terza puntata di “MusicaPost”, la nuova rubrica di ImperiaPost in collaborazione con il discografico imperiese di fama internazionale Stefano Senardi.
Si tratta di uno spazio in cui Senardi presenta una proposta musicale ai lettori, attraverso una “lezione” di ascolto della musica, facendo scoprire i retroscena, la storia e le leggende che si nascondono dietro i brani e gli artisti che li creano, sfruttando la grande esperienza del nostro concittadino.
Dopo aver approfondito la “Summer of Love” del 1967 e il 4° album dei King Crimson intitolato “Islands”, pubblicato nel 1971, questa volta la scelta è ricaduta su un album speciale, legato anche a molti ricordi della gioventù di Senardi a Imperia.
“Si tratta di un album che, sebbene non sia tra i più importanti, consiglio vivamente per molti motivi. Sono molto legato a questo album – racconta Stefano Senardi – perché con i brani di questo disco ho convissuto tanti anni e li continuo ad ascoltare ora, sopratutto nel periodo in cui si pensava di cambiare mondo. Sto parlando dell’album “Manhole” di Grace Slick, uscito nel 1974″.
GENESI DELL’ALBUM
“Questo è il primo album solista di Grace Slick, personaggio leggendario del gruppo californiano Jefferson Airplaine, che ha segnato in maniera importante la già citata Summer of Love. Ne aveva realizzati già due in collaborazione con altri membri del gruppo, ma questo è il primo effettivamente da sola. A quei tempi era normale che a fianco delle attività del gruppo, parallelamente, i singoli membri sperimentassero altre vie in modo autonomo, portando avanti la loro creatività.
“Manhole” è un disco di rock psichedelico, visionario e delicato, sensuale e originale, che rispecchia la poliedricità dell’artista. Contiene molto blues e sicuramente aveva lasciato perplessa la casa discografica perplessa per la sua particolarità.
Grace Slik ha scritto anche i testi di due delle canzoni cavalli di battaglia del gruppo, ossia “Somebody to Love” e “White Rabbit”, dallo stile psichedelico”.
UN DISCO CON SOLO 6 BRANI
“Contrariamente a come accadeva in quegli anni, in cui i dischi sulle due facciate contenevano almeno 10 brani, quello di Grace ne aveva solo 6. Il motivo? Probabilmente un capriccio dell’artista che ha scritto solo con l’ispirazione e nient’altro che non valesse la pena di essere prodotto.
Ricordo che quest‘idea era condivisa anche da Franco Battiato, con cui ho lavorato, il quale affermava che “Il disco non si compra a peso” e che quindi vanno messi solo i pezzi necessari. Gli Lp potevano arrivare fino a 60 minuti e “La voce del padrone” di Battiato (il primo album nella storia della musica italiana ad aver raggiunto 1 milione di copie vendute) dura invece solo 27 minuti. Per questo motivo era stato contestato dalla casa discografica inizialmente, ma poi, ascoltandolo, si è capito che i pezzi sono uno più bello dell’altro, si susseguono con armonia e non c’è mai un pezzo che non è all’altezza e si salta.
Allo stesso modo, anche “Manhole”, qualche anno prima, è stato un capolavoro proprio perché non era la durata bensì la sostanza a essere protagonista”.
I RETROSCENA DI “MANHOLE”
“I pezzi hanno testi e sonorità meravigliose. Particolare è il fatto che solo 4 canzoni su 6 sono cantate da lei. Inoltre la traccia “Manhole” è un pezzo anomalo per quei tempi, dura oltre 10 minuti, ben più lungo dei pezzi di quell’epoca, e ha un’orchestra di 40 elementi, più i musicisti del gruppo.
La canzone è nata come colonna sonora di un film che non è mai stato girato. Si dice che il film avrebbe dovuto raccontare la storia dei rappresentanti dei continenti del mondo che venivano chiamati dal creatore per esprimere 3 desideri. Il rappresentante del Sud America chiese un buon clima, una natura meravigliosa e delle donne stupende. Dopo qualche giorno ci ripensò e chiese se poteva avere anche un governo democratico, ma il creatore gli rispose che ormai i desideri erano esauriti.
Un’altra curiosità è che è uno dei primi pezzi, prima di Madonna con “Isla Bonita” 30 anni dopo, cantato in 2 lingue, l’americano e lo spagnolo. Anche questa una trovata geniale. Infine, la copertina dell’album è un ritratto disegnato dalla stessa Grace che ancora adesso dipinge. È un’artista molto particolare, è stata arrestata numerose volte e il passato con droga e alcol le è costata molto a livello fisico”.
CONSIGLI PER ASCOLTARE IL DISCO?
“Appena lo fai partire, corre e ti ritrovi a volerlo subito rimettere da capo. È un disco intramontabile, non sente i segni del tempo, perché contiene un fascino profondo. È da consigliare a chi ama la buona musica. Un momento perfetto per ascoltarlo? Probabilmente in viaggio, magari andando in posti dove regna pace e tranquillità come la campagna. Ma è anche perfetto un momento tranquillo in riva al mare, o in casa come compagnia mentre si fanno altre cose. È magnetico”.
COSA HA RAPPRESENTATO QUESTO ALBUM PER LEI E PER IMPERIA?
“Per me e per tanta gente della mia generazione ha rappresentato un periodo di novità, di sperimentazione. Ci ha accompagnato nei primi viaggi, ai festival fuori dall’Italia, in Olanda, Germania, andando a vedere le leggende della musica esibirsi. Ascoltavamo questo disco prima di uscire per caricarci. Mi ricorda un po’ l’animo hippie di quei tempi, i falò alla spiaggia della Galeazza, la voglia di scoprire il mondo fuori dalla famiglia e dalla quotidianità”.
LE TRACCE
Lato A
– Jay (testo: Grace Slick, musiche: Grace Slick) – 2:43
– Theme from the Movie Manhole (testo: Grace Slick, musiche: Grace Slick) – 15:23
Lato B
– Come Again? Toucan (testo: Grace Slick, musiche: David Freiberg) – 4:40
– It’s Only Music (testo: Robert Hunter, musiche: David Freiberg) – 4:32
– Better Lying Down (testo: Grace Slick, musiche: Pete Sears) – 3:15
– Epic No. 38 (testo: Paul Kantner, Grace Slick, Jack Traylor; musiche: Paul Kantner) – 7:23
LE ALTRE PUNTATE DI MUSICAPOST:
N°1 Summer of Love