Si è svolto questa mattina in Provincia l’incontro richiesto dai frequentatori e proprietari delle seconde case a Monesi con il presidente della Provincia Fabio Natta e i tecnici. Dalla giornata di ieri, infatti, il ponte sul rio Bavera, che rappresentava l’unico collegamento ancora utilizzabile per raggiungere Monesi di Triora, è stato chiuso, e questo rappresenta l’ennesima criticità da affrontare a seguito della disastrosa alluvione del novembre 2016.
La delegazione ha chiesto il punto della situazione ai tecnici della Provincia, in particolare ponendo domande su quando verrà ristabilita la viabilità e sugli interventi urgenti da effettuare per evitare che altre piogge peggiorino la situazione. Nel breve periodo la viabilità non sarà ripristinata, ma c’è in progetto di costruire una strada alternativa con il finanziamento della Regione di 500 mila euro.
LORENZO ANFOSSO, PROPRIETARIO SECONDA CASA A MONESI
“Noi veniamo qui a parlare con il Presidente perchè è l’unica autorità che ci vuole sentire per la viabilità del ponte di Monesi. Da ora in poi verrà isolata Monesi e la stazione di sci.
Tutte le speranze stanno crollando. Noi veniamo li con la speranza, con il lumicino protetto con le mani che non si spenga anche quest’ultima fiaccola, perchè se si spegne la speranza siamo tutti al buio.
Oltre alla viabilità, ci sarebbero da fare anche quei piccoli lavori per evitare che le piogge di novembre rifacciano di nuovo degli altri danni, come per esempio scavare delle cunette, togliere il gabbiotto della spazzatura, in cemento, che ha ostruito la discesa del ruscello dove a catasto finiscono tutti i confini, dove era stata costruita una strada, dove era stata costruita una piazza. Speriamo che sotto questa piazza si possa mettere un tubo, un ponticello, in modo da far defluire l’acqua che verrà a valle. Altrimenti viene giù anche tutto il resto”.
RINALDO SARTORE, EX PRESIDENTE ASSOCIAZIONE MONESI BORGO ANTICO
“La situazione è sotto gli occhi di tutti, è tragica. Lo era già prima e adesso è ancora peggiorata perchè Monesi rimane isolata con la chiusura del ponte sul rio Bavera.
Chiusura che, non entro nel merito dei giudizi tecnici perchè non sono un tecnico, se fino a poco tempo fa transitavano i camion sino a 7.5 teonnellate, mi sembra impossibile che oggi non possa transitare una vettura di 1 tonnellata, 1.5 tonnellate.
La chiusura totale pregiudica completamente il futuro di Monesi. Una stagione è già passata, parlo per le attività commerciali oltre che gli appassionati e la situazione è peggiorata dal fatto che il bypass tanto decantato, tanto annunciato non è stato ancora nemmeno iniziato. Mi risulta che neanche ci sia il progetto definitivo.
A fronte di 4 o 5 annunci nei quali si è continuato a ripetere di stare tutti tranquilli che lo stanziamento di 500 mila euro per realizzare questo bypass era una cosa fatta. Non risulta, i fatti ci dicono che le promesse non sono state mai mantenute.
Ci aspettiamo di far sentire la nostra voce prima di tutto nelle istituzioni, nell’amministrazione provinciale perchè è quella che dovrebbe essere più vicina a noi e speriamo che lo sia coi fatti.
Tra le opzioni mettiamo anche un ponte che potrebbe anche fornito dal genio militare con costi veramente bassi”.
FABIO NATTA, PRESIDENTE PROVINCIA
“È l’ennesima volta in cui dei cittadini mi chiedono un incontro per spiegarmi e illustrarmi i loro problemi e per proporre, come mi auguro accada anche oggi, dei suggerimenti per risolverli.
Noi siamo aperti ovviamente a tutti. Il caso di Monesi non è una novità, gli scorsi mesi fin da subito dopo l’alluvione e ancor più negli ultimi mesi, viste le criticità che ci sono, mi è capitato più volte assieme ai tecnici di incontrare operatori, abitanti della zona e coloro che esercitano attività commerciale.
È giusto secondo me confrontarsi e dare una informazione oltre a quella che viene data dai media su questa questione. È uno dei tanti incontri che si tengono per spiegare, per confrontarci e per cercare di affrontare una situazione che è davvero molto critica.
A fianco di incontri del genere che chiaramente sono incontri di natura privata, ci sono dei tavoli istituzionali che coinvolgono tutti gli enti che si stanno occupando di questa questione. La provincia di Imperia, quella di Cuneo, i tre comuni di quella zona, Briga Alta, Monesi di Triora e Mendatica, la Regione Liguria che sta dando dimostrazione di un grande impegno, così come la Regione Piemonte.
Quando possiamo anche altre unità sovraterritoriali. La questione Monesi è una questione che riguarda tanti e quindi va affrontata insieme, senza contrapposizioni, cercando ognuno di fare la propria parte e soprattutto risolvere i problemi di oggi, le urgenze di oggi, senza dimenticare di traguardare il futuro.
In questo senso stiamo facendo un importante lavoro, insieme a Regione Liguria e Regione Piemonte, provincia di Cuneo e Alta val Tanaro, sul fronte di fondi europei.
Saranno chiaramente delle partite che non si chiuderanno a breve, ma dobbiamo appunto anche pensare al domani e al dopo domani e quindi a una progettazione futura per quel territorio.
Monesi isolato dopo la chiusura della strada? Noi avevamo già dato un’illustrazione di quella che è la situazione, sappiamo che il pinte sul Rio Bavera, c’è stata una conferenza di tutti i soggetti interessati e anche le parti tecniche perchè queste conferenze e questa unità di intenti tra tutti questi soggetti pubblici è suffragata anche da un supporto tecnico importante in una situazione delicatissima.
La situazione di Monesi non è una situazione chiusa da un punto di vista anche geologico, ma è una situazione in evoluzione. Noi non sappiamo cosa succederà quest’anno quando inizierà a piovere, non sappiamo come pioverà. Questo non lo possiamo prevedere, veniamo da tre mesi di una siccità assoluta e quindi le criticità ci sono anche da punto di vista dell’imprevedibilità. Era importante ed è importante lavorare insieme ai tecnici.
È un lavoro in continua evoluzione. Noi abbiamo una serie di proposte sul tavolo che sono quelle della creazione della famosa pista, che poi dovrebbe diventare strada definitiva che collegherà Monesi di Mendatica con Monesi di Triora.
C’è stato un importante finanziamento di Regione Liguria dato al comune di Mendatica. Devono avviare tutte le procedure, lo hanno già fatto, ma ci scontriamo ancora una volta, è bene dirlo, con delle lungaggini burocratiche che non dipendono da noi. Non da noi Provincia, ma da noi enti interessati, da noi soggetti interessati.
Queste procedure hanno una loro lunghezza. Chiediamo anche e stiamo verificando, a breve ci sarà un incontro a Ormea sempre con questi soggetti, una possibilità di una soluzione transitoria, emergenziale, che consideri la realizzazione di una pista che attraversi il rio da un’altra parte. Utilizzando magari il vecchio ponte che è stato sommerso dai detriti, non dimentichiamoci che il greto del torrente si è alzato di circa 20/30 metri. Stiamo parlando dell’equivalente di un palazzo di 7, 8 piani.
In questa situazione stiamo agendo anche su quel fronte li. Ci sono anche delle proposte, magari ne arriveranno anche questa mattina, come ne sono arrivate nei giorni scorsi da altri utenti della zona affezionati di Monesi della realizzazione di una viabilità temporanea interna.
Stiamo valutando, stiamo studiando tutte queste ipotesi, non da soli, ma grazie e per fortuna ad altri enti che si stanno occupando di questa questione”.
RINALDO SARTORE, A SEGUITO DELL’INCONTRO
“La situazione è ancora più tragica, ci è stato confermato che la viabilità non sarà ripristinata prima dell’anno prossimo, prima della primavera-estate del 2018.
Abbiamo chiesto energicamente di studiare tutte le alternative possibili per realizzare il bypass, sarà molto difficile che ciò avvenga prima di questo inverno e abbiamo chiesto anche di aggiornare l’ordinanza del comune di Mendatica che vieta l’accesso nelle case. Le case non sono agibili, va bene, ma questa ordinanza di 9 mesi fa crediamo che debba essere aggiornata.
Ci sono delle promesse, degli annunci, tanti, gli abbiamo elencati, sono una decina a fronte dei quali, fatti zero. Dispiace, io sono abituato ad essere ottimista, però ricevere continuamente delle promesse che si susseguono senza mai vedere qualcosa di concreto e di realizzato è una cosa che da molto fastidio, specialmente da chi è già stato danneggiato dall’alluvione”.
“Hanno chiuso già 5 o 6 alberghi dopo la frana. Ne è rimasto uno che è una bandiera, è un simbolo. Se chiude anche quello non solo è il 6°, il 7° albergo che chiude, ma è anche una storia che finisce. Questo va evitato. Le autorità, le amministrazioni devono fare l’impossibile per evitare che ciò avvenga, secondo il mio modesto parere”.
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