Tecnico del suono, da oltre 13 anni porta avanti uno studio di registrazione con grande professionalità ed energia. Parliamo di Giovanni “Meniak” Nebbia, 41enne imperiese “doc”, che, dopo aver lavorato per un periodo a Milano, ha deciso di puntare sulla sua città natale, rendendo operativo e all’avanguardia lo studio “Ithil World Recording Studio” insieme a Fabrizio Noè.
Nella sala di registrazione sono passati i lavori di moltissimi artisti e musicisti, locali e non, dai Negrita a Nesli, da Eugenio Finardi a Zucchero.
Ma non è tutto qui. Mai sentito parlare della pagina “Le profezie di Oriana” o “Skin fa cose per Imperia”? Dietro quelle vignette c’è la firma di Giovanni, che, tra una registrazione e l’altra, porta avanti la sua passione per la satira divertendosi e facendo divertire gli altri, trovando anche il tempo per occuparsi di meteorologia.
PERCHÈ HAI DECISO DI TORNARE A IMPERIA, DOPO L’ESPERIENZA A MILANO?
“Arrivavo dall’esperienza milanese di 4 anni, dal 99 al 2003, come tecnico del suono. Sono stato sotto la direzione del noto violinista e compositore Lucio Fabbri.
Sono tornato a casa per vari motivi. A Milano si stava consumando il primo blocco di crisi nel nostro settore. C’era un notevole calo del lavoro e l’euro aggiungeva una problematica di costi evidente. I guadagni non erano compatibili con il caro affitti e io avevo bisogno di indipendenza. Allora ho deciso di tornare per riorganizzarmi le idee e qui ho incrociato Fabrizio, con il quale abbiamo portato avanti questo studio.
Partire da qua era molto più che partire da zero, sia dal punto di vista tecnico, sia come presenza sul territorio e come quantità di lavoro. Abbiamo resistito con tenacia, non senza fatica, ma l’impegno ha dato i suoi frutti.
Imperia ha una base che non gode di un retroterra lavorativo, in termini artistici, troppo vasto, ma ci ha consentito di allargarci fuori città grazie alle nuove tecnologie, senza esserci fisicamente”.
COM’È NATO LO STUDIO DI REGISTRAZIONE?
“Fabrizio è il proprietario della struttura fisica e insieme l’abbiamo trasformata da una semplice sala di registrazione a uno studio con un pubblico molto più ampio. Abbiamo riorganizzato e implementato il materiale, standardizzando l’apparecchiatura per essere competitivi con gli studi affermati, diventando in grado di ricevere e operare professionalmente.
Nel frattempo altre realtà sono cresciute parallele, come ad esempio Macaia Film di Simone Gandolfo, con la quale abbiamo collaborato occupandoci della parte audio e della post produzione. Si è tentato di fare rete con le risorse del territorio, allargandoci sia sul nazionale, ma non solo. È capitato anche di lavorare sul mercato internazionale. Per esempio nel 2009 il chitarrista finlandese Timo Tolkki. Era venuto per delle prove e, quando ha notato la nostra struttura, è continuato a venire e a mixare i suoi lavori che sono usciti in tutto il mondo”.
NEI 13 ANNI TRASCORSI A LAVORARE NELLO STUDIO HAI INCONTRATO MOLTISSIMI ARTISTI, EMERGENTI E NON.
“Ultimamente abbiamo più clienti fuori provincia che “nostrani”. In particolare dal savonese arrivano diversi progetti, come con il bassista reggae Andrea Bottaro e altre 2 band Pop Rock e Hard Rock.
Ora sto lavorando con un artista genovese Michele Mezzala Bitossi, del gruppo Era Serenase.
Abbiamo lavorato per molti musicisti, qualcuno anche di qua. Per esempio Matteo Lavagna, che ha suonato diverse per formazioni e ha fatto tournée come bassista di Max Pezzali. Era venuto nel nostro studio nel 2004 con una band Metal.
Tanti sono i nomi che potrei fare con cui abbiamo lavorato, come Negrita, Eugenio Finardi, Giulia Anania, Nesli e molti altri. Per i Negrita abbiamo curato il mastering della tournée del 2012. Ovviamente abbiamo lavorato a distanza, come spesso succede, ma la cosa curiosa è che successivamente, quando sono venuti al festival di Sanremo, ci hanno chiesto di incontrarci, perché volevano conoscere chi aveva fatto il lavoro.
Recentemente ho mixato la musica per uno spot Panasonic. La composizione è di Massimo Moretti, anche lui imperiese, ma migrato a Parma. È un musicista e compositore di fama internazionale. Il prodotto è una telecamera professionale e la pubblicità è per un certo tipo di pubblico”.
COME HA RISPOSTO LA CITTÀ QUANDO AVETE INIZIATO L’ATTIVITÀ?
“Studi già attrezzati ce n’erano già, ma la tendenza del cliente medio era “Andiamo a Milano a registrare” e forse c’è ancora un po’ adesso. C’è voluto del tempo per far capire che anche qua si poteva aprire una porta e ottenere prodotti professionale senza dover migrare”.
COME SI È TRASFORMATO IL SETTORE NEL TEMPO?
“La cosa più evidente è quella di lavorare sempre più spesso per persone che magari non vedrai mai di persona. Prima ci si incontrava più volte e si discuteva faccia a faccia su come procedere, ora certi studi lavorano al 90% senza il cliente, a volte anche solo con lo scambio di qualche email.
Un altro aspetto cambiato, come un po’ in tutti gli ambiti forse, è la riduzione del budget e conseguentemente del tempo a disposizione su ogni progetto. Bisogna essere sempre più veloci per rimanere nelle scadenze e quindi è importante aggiornare le apparecchiature, ma più di un tanto non si può accelerare, anche per garantire la qualità del lavoro”.
In aggiunta, i musicisti/cantanti tendono a non registrare più un intero album di seguito, ma singoli pezzi, seguendo un po’ la domanda dei consumatori, i quali sempre più spesso ascoltano una sola canzone e non è detto che vadano ad ascoltarsi l’album da cui proviene, men che meno la discografia.
HAI ANCHE MOLTI ALTRI INTERESSI, COME LA METEOROLOGIA E LE VIGNETTE SATIRICHE.
“Sì, la satira mi diverte e ho scoperto che fa divertire, quindi ogni tanto mi dedico a vignette con photoshop, un po’ “cattivelle”. Ho aperto la pagina “Le profezie di Oriana” (che ha raggiunto i 120 mila seguaci ndr) e dichiaro la paternità anche di “Skin che fa cose per Imperia”. Collaboro anche con la pagina Kotiomkin, portale satirico conosciuto in tutta Italia.
Per quanto riguarda la meteorologia, è una passione che ho da sempre. Ricordo ancora “Che tempo che fa” con Guido Caroselli. Poi con il tempo mi sono informato, con la letteratura meteorologica e internet. I miei sono banali pareri da persona comune, anche con chiave ironica, senza prendermi troppo sul serio”.
QUINDI HAI SCOMMESSO SU IMPERIA, NE È VALSA LA PENA?
“Sì ho scommesso su Imperia, sia con l’ottica di aprirmi verso l’esterno sia con l’eterna speranza che questa città diventi un posto che attiri persone, turismo. Sono necessarie però strutture, infrastrutture, manifestazioni, azioni concrete. Anche se sono 13 anni che si spera ed è poca la realizzazione, ma noi resistiamo. Ho notato che c’è una serie di giovani che si sta muovendo per provare a inventarsi qualcosa di nuovo, ma ci vuole anche una società che ti sostenga, un’energia complessiva che dia il giusto impulso e che punti sulla cultura”.
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